venerdì 31 maggio 2013

Vuoi offrire tu?? Ma come ti permetti??

Aneddoto di una uscita risalente a circa cinque\sei anni fa'.
Era un secondo appuntamento , di quelli in cui la prima volta te non ci hai provato perchè non è che avessi tutta sta voglia , e lei non aveva fatto nulla per portarti a provarci, forse perchè troppo impegnata dal parlare del suo ex , di quanto sia stata male ecc ecc eccoglioni.

comunque una seconda uscita non si nega a nessuno, soprattutto se non hai altri impegni e poi lei tutto sommato non è malaccio.
A quei tempi io ero ancora a Roma e lei si trovava da parenti in un paesino limitrofo, di quelli sul litorale.
Prendo il treno e vado a fare questa scampagnata. Dopo circa un'ora e venti minuti di ritardo arrivo lì e la trovo fuori alla stazione. Era quasi un mesetto che non la vedevo.

Il tempo era decisamente inclemente, giornate tipo queste, con nuvoloni e forte vento.
Cosa che però ben si presta con il romanticismo, nel senso che è propizio al camminare abbracciati e poi da cosa nasce cosa ecc ecc.
Si , ma ora suppongo vi starete chiedendo cosa abbia di particolare sta storia, perchè valga (forse) la pena raccontarla. Ebbene un singolare accadimento si verificò, mi appresto testè a rivelarlo.

Camminiamo per il lungomare di sto posto, lei racconta un po' , stavolta fa' solo brevi accenni al suo ex, si stà autoconvincendo di averlo dimenticato. Va beh , vediamo se posso darle una mano a dimenticarlo.
O a ravvivarne il ricordo, è lo stesso. Dimende quanto mi ci impegno.
comunque c'è tempo, adesso andiamo a mangiare qualcosa.

"Ti va' di andare in quel ristorante? Ci sono stata un paio di volte, si mangia bene...."
"Ok " , le rispondo.
"Però offro io!" Aggiungo in uno slancio di generosità galantica , che all'epoca ero un po' rozzo e meno raffinato con le donne, comunque vabbè niente di male, direte voi.
Ed invece no.

"Coosa? No , perchè non posso fare io?"
"Ma no, dai...perchè... fai fare a me, no?"
Rispondo ancora, volendo far il galante.

"E perchè?Cosa credi forse, che io non possa permettermelo? Eh?"

.....

Come si risponde ad una cosa del genere?
con la verità : "Ma no, guarda , volevo solo fare una cosa galante, se esco con una donna...mi fa' piacere offrire..tutto qui...."

"Eh , ma io posso permetterlo, chetticredi?"

"si, ho capito, davvero....scusami... hai capito che volevo dire...??"
"mmm Si....vabbè..."

poi siamo andati a mangiare.
Poi non ci siamo più visti, ma credo per altri motivi.
Insomma, da allora quando ho offerto l'ho sempre fatto con la massima discrezione, ma soprattutto con un po' di timore.
Son cose che ti condizionano.







giovedì 30 maggio 2013

Come Il Topolino 3000 divenne peggio di un tartufo raro

Mi rode un po' il cul .
Direte voi "perchè?".
(ditelo, su , o almeno pensatelo , sennò non posso andare avanti.)

Una decina di giorni fa' leggevo che stava per uscire il Topolino 3000.
Casso, il tremila me lo prendo! Che tanti anni fa, circa 1000 numeri diviso 52 settimane , ero un ragazzino che anche se era appena passato a letture da adulti (non nel senso che pensate voi, almeno non ancora, intendo che avevo iniziato con i Dylan Dog) presi il numero 2000, un malloppone pieno pieno di storie , che adesso non chiedetemi dove si trova altrimenti vado dai miei e li torturo fino a che non ricordano.
Che ogni tanto papà se ne usciva con slanci di generosità del tipo "Gè, prendiamo i tuoi fumetti che non leggi più e li diamo al figlio di ...."
E quel figlio di poi non restituiva mai nulla.
E probabilmente non li leggeva nemmeno.

Vabbè insomma la settimana scorsa stava per uscire il 3000.
Ho pensato di prenderlo.
Un po' per leggerlo, un po' per collezionarlo.

Del resto è stato il primo fumetto che ho letto.
Ottima idea, che hanno avuto in tanti. Troppi.

Me ne son pure ricordato due giorni dopo l'uscita. Che ho letto le prime recensioni su internet. Gente entusiasta, che si bullava pure di essere riuscita a trovarlo in edicola.
Ed io che mi avviavo verso l'edicolante di fiducia , speranzoso, tranquillo di trovarlo.

"eh, ma è andato esaurito in due ore! Tu mo' vieni?"
Ehm. Ed io dovevo stare alle sette del mattino lì per prenderlo?
Beh io in realtà ero lì a quell'ora, solo che avevo il tram.
E comunque mi ero dimenticato.
Allora vado anche dagli altri, provo nei supermercati, alla stazione, in farmacia, niente.

Più esaurito di un uomo sposato da venti anni.

E su internet continuavano a bullarsi "Oh, io ne ho presi tre, uno per mio cugino, uno per sfogliarlo, uno per la collezione!" .
Nerd di merda.
"io ne ho trovato solo due, uno lo impacchetto!"
Bravo, se viene un'alluvione almeno si salva.

Ma insomma, signor Disney, non ho capito bene se lei è ibernato o roba del genere, però se puo' sentirmi mi spiega perchè non avete aumentato la tiratura? Insomma almeno il 20% in più, così magari ne trovavo uno anche io e mi leggevo le storie che hanno detto che era bello.
Magari lo trovo su ebay , vuoi vedere? Andiamo a vedere , va'.

Sonon appena andato, giuro.
I prezzi vanno dai 20 ai 25 e c'è pure un tizio che lo vende a 60.
Costava 2 euro e 40 , eh. La settimana scorsa.


se non ci credete ecco il link


Mah.
Vabè.
Che mondo.

Se lo comprate così siete degli idioti e vi meritate di pagarlo il triplo.
Comunque spero che almeno i veri fans, quelli che lo leggono ogni settimana , siano riusciti ad accaparrarselo.




domenica 26 maggio 2013

La ggggente sono cattivi

viviamo in un mondo di squali , e noi siamo il pesciolino Nemo.
Il problema è che nella pancia di uno squalo di pesciolini Nemo ce ne entrano a bizzeffe , quindi il fatto di dire che il mondo puo' cambiare tutti possiamo cambiare vale al massimo per le mutande ogni giorno.

Non è pessimismo acuto leopardiano, al massimo un po' maculato, è semplice analisi dei fatti in relazione alle esperienze di vita , vissuta ed altrui.
Che qualunque cosa vuoi fare, di qualunque cosa hai bisogno, tutti vogliono fregarti.
E devi stare attento, sempre sul  chi-va-là , soprattutto quando hai bisogno di qualcosa.
Che appena hai bisogno di un servizio , non è che vai dal primo che trovi dici "buongiorno mi serve un servizio" e quello ti fa' il servizio. O meglio te lo fa' pure, ma non nel senso che intendevi te.
Devi sempre star attento a come eseguono le tue direttive , alla qualità della prestazione che ti danno .
E' tutto un frega-frega generale , in cui le anime dei sempliciotti dopo un paio di mazzate muoiono e vengono sostituite da persone arcigne sospettose ed attente a tutto.

Non è che sto scrivendo queste cose dopo aver preso un pacco, però diciamo che le scrivo dopo aver rischiato di prendere alcuni pacchi , che son riuscito ad evitare.
Ed allora penso alla gente un po' più ignorante di me, che non ha avuto la fortuna di poter studiare, o a quella semplicemente credulona. Oppure agli anziani , che non sono sempre in grado di capire quello che gli altri gli stanno facendo e come lo stanno facendo.
Gente che viene fregata continuamente, più o meno consapevolmente.
ti si rompe la macchina? Tocca pregare di non trovare un riparatore con troppa fantasia, altrimenti devi aprirti un mutuo. Che poi dopo tre mesi esce l'amico che ne capisce, che selodiceviprimatiportavaluidauno , e avresti risparmiato. Ti si guasta qualche tubo? qualche elettrodomestico?
Tasso fisso o variabile, come lo vuoi il mutuo?
E vuoi aprire un mutuo? Quale banca ti offre gli interessi migliori? Per te, intendo.
E tutte le spese di apertura , chiusura, intramezzo, relative, accise, pop corn ecc.

Ed allora devi riflettere su ogni cosa, per non farti fregare.
C'è sempre la consolazione di pensare che la ggggente buona è comunque la maggioranza, che non sono tutti così, che non devi generalizzare.
La verità è che la mediocrità è ovunque.
Lessi questa frase un paio di mesi fa e da allora mi torna in mente di continuo.

Chiedi un secondo parere, ti informi, leggi, cerchi di capire se quel preventivo che ti hanno proposto è equo, se non ti hanno chiesto troppo , se i materiali son quelli giusti , se non fanno le cose troppo di fretta.

Scusate, eh, che sto un po' così, dato che tra un po' cambiamo finalmente casa e tocca stare attento a tutto, che appena hai due (veramente due) soldi da spendere perchè devi mettere cucina, camera, piccoli lavori ecc  gli squali sono ovunque...

Da pesciolino Nemo tocca diventare almeno un tonno, e che cacchio.






sabato 25 maggio 2013

Le categorie di postatori su facebook

Sto pensando di togliermi da facebook.
Ciò nonostante il fatto che mi serva oggettivamente per mantenere i contatti con le persone che conosco sia a Napoli che a Roma.

Il fatto è che mi hanno un po' rotto , forse sono i miei "amici" che inseriscono solo contenuti pallosi o poco interessanti, anche se credo si possa dire la stessa cosa un po' di tutti.
Comunque inserisco qui le categorie di postatori che tediano la mia bacheca , vediamo se ci sono anche nelle vostre, così almeno mi faccio mezzo gaudio.


Quelli che religiano: E' un continuo di immagini di Padre Pio, la Madonna , Gesù , con frasi profonde , un po' prese dalla bibbia un po' dai cioccolattini. All'inizio venivano spesso create immagini con su scritta roba del tipo : "Metti Padre Pio sulla tua bacheca , ti proteggerà!"
Ehm.
'ndiamo avanti, và...

Quelli che mangiano: Sono le sei? Ti mettono la foto dell'aperitivo (ndr amici romani ma voi uno spritz e dei salatini lo chiamate aperitivo? Ma venite a Milano , và...)
Sono le otto del mattino? E ci vuole la foto del latte macchiato caldo con il cornetto surgelato e poi riscaldato , con sopra quella glassa schifosa che non ho mai capito perchè continuano a metterla.
Ma dico io, il barista che vede questi tizi che fotografano il bancone , cosa penserà mai?
E' finalmente ora di cena? Per sbaglio si trovano in un ristorante? Evvai con instagram o come si chiama!
Tua moglie ha cucinato la pasta al forno che fa' un po' schifo , però a vederla sembra niente male? E facciamo schiattare un po' gli amici che stanno a dieta! Intanto però lei si fa fredda, ma vabbe.
Poi ci son quelli che vanno direttamente di menù:
"Insalata al pepe verde, mezzanelli al pistacchio ricoperto di acciughe , omelette alla caprese e per finire (sempre ) un bicchiere di Rosato charnè del 92"
Cazzarola, chissà perchè quando vado a mangiare da loro mi fanno sempre e solo due spaghetti aglio e olio (sempre siano lodati) e la carne con peperoni o friarielli.
Ma vabbè.
E ci son pure quelli che poi si lamentano che hanno digerito male.
"sto pienissimo"

E fai un bel rutto, no?


Quelli che quanto fa schifo il mondo : Gli appartenenti a questa categoria sono quelli che sopporto di meno. Si lamentano sempre del fatto che "le persone sono false e ti deludono" , " la gente prima ti dice una cosa e poi ne pensa un'altra" , "le vere amicizie non finiscono mai, se finiscono allora non erano tali" e tante altre di quelle frasi che ti fanno scendere le palle nei calzini , come diciamo a Napoli.
Gente che dispensa virtù e lealtà ovunque, che biasima , che stigmatizza.
Che non giudica.
Perchè è sbagliato giudicare.

Ma fatevi una bella dose di umanità ed accettate i difetti altrui, o almeno non lamentatevene se anche voi ne avete, quante travi nel posteriore avete, mentre guardate le pagliuzze altrui?
(era proprio così la citazione evangelica?Non credo)
Ecchecojoni , un lamento continuo. Ma non esiste altro modo di sfogarsi? Ai tempi miei chiamavo qualche amico, lo costringevo ad uscire, e gli rompevo le palle tutte la serata con i mille dubbi ed insicurezze che avevo, chiedevo consigli, mi sfogavo.
Non condividevo questa cosa con tutti , pure con i conoscenti e i compagni delle medie.
Tipica è poi la risposta:
"Tesò, che hai?Cosa ti è successo?"

...ma perchè non la chiami se davvero ti interessa vedere come sta?

no, perchè poi lei risponde:
"...no, niente,lasciamo stare...."
"tvb"
"anche io TVB"

Quelli che si scrivono le cose che si sono appena detti a voce, dal vivo:
"Hai visto?Come ti dicevo, eccoti questa cosa qui che abbiamo già visto insieme"
"ahahahahahahaehehehehheeh"
"lol"

Quelle che sono donne forti:
Donne forti,senza paura. Senza timore.
Ma pure al tempo stesso fraggggili. Ma forti, che conoscono gli uomini.
Che hanno sofferto. Oh quanto hanno sofferto.
Ma adesso conoscono gli uomini.
E adesso conducono loro il gioco , baby.
Immagini con una tizia dalla faccia truce, preferibilmente con almeno tre tatuaggi ed una sigaretta in bocca, lo sguardo perso chissà dove , ed aforismi del tipo "Sono dolcemente stronza con chi lo merita."
.....

Quelli che condividono immagini  e battute (tristi):
Questi mi fanno un po' incazzare. Perchè nella rete ci son tanti posti in cui leggere delle cose veramente brillanti, intelligenti (e giuro non sto parlando di questo blog, davvero, ne conosco tanti dove ci si diverte, si riflette e ci hanno spunti ecc ecc e devono essere felici per 50 visualizzazioni) e questi in migliaia si divertono con le foto di un tizio che dice qualche frase volgarotta , possibilmente in dialetto. E tutti a condividere.
Addirittura ci sono delle pagine che si copiano le battute, se uno mette una battuta che un minimo fa sorridere tutti a farci una immagine diversa, con un font diverso, e spacciarla per propria.
Di quella che girava un mese fa con le olive amare ne ho contate almeno 4 versioni diverse in una settimana.

Quelli che sono catastrofisti:
Arriva un tizio che lancia una notizia, una bufala , arricchendola di qualche elemento che possa renderla plausibile agli occhi di chi non riflette, ed ecco che si diffonde.
"ATTENZIONE! DEI TIZI STANNO FACENDO GIRARE DEI VIRUS CHE INFETTANO IL TUO COMPUTER E GLI FANNO VENIRE LA FEBBRE AD ALMENO 39! CIO' , SECONDO GLI ESPERTI DELLA NASA, POTREBBE PORTARE AD UNA LESIONE DELLA SCHEDA HARDWARE E PRENDONO TUTTI I TUOI DATI!
I TUOI DATI!
COPIA QUESTO POST E DICHIARA CHE I TUOI DATI CHE METTI SU FACEBOOK SONO SOLO TUOI E NESSUNO LI DEVE VEDERE!!!"

Per non parlare di allarmi riferiti a fatti di cronaca o altro. La gente non ragiona più.
Una volta si diceva "E' vero l'ho visto in tv o letto sui giornali."
Spesso non era vero lo stesso, ma almeno era meglio di "Oh , lo sai ho letto su facebook che adesso fanno la truffa del salame milanese, che sembra sia di Bergamo bassa!"

Quelli che si sono divertiti:

Un po' per far vedere di avere una vita sociale, un po' perchè è di moda farlo, un po' per esibizionismo, un po' perchè boh, persone che sono uscite insieme la sera prima , al mattino si fanno i complimentoni per la serata, in cui magari son rimasti tutto il tempo a parlare al tavolino. A parlar male degli assenti o a guardare come sono vestite le altre persone.
Però wow.
Che serata.
E dobbiamo rifarla, eh?








Vabè.




giovedì 23 maggio 2013

Storia di emancipazione di un Cavallo

C'era una volta un cavallo.
Ma non un cavallo bianco o un cavallo tipo quelli di Napoleone, era un cavallo dei pantaloni.
Questo cavallo dei pantaloni era un po' triste perchè nessuno aveva mai scritto una spettacolare avventura dedicata a loro, nemmeno la disney aveva accettato di farci un cartone di Natale , insomma non se la passava tanto bene. Questo cavallo dei pantaloni , che per giunta nemmeno io so bene quale parte sia, suppongo quella che si strappa sempre se il pantalone fa schifo e tu ti siedi di colpo o hai le tasche piene di roba , era davvero insoddisfatto della sua vita,  che potremmo definire pallosa, a causa della vicinanza diciamo geograficoanatomica e quindi un bel giorno decide di andarsene.
Fu così che decide di andarsene , in cerca di mirabolanti avventure che qualcuno avrebbe poi narrato, tipo i poemi antichi. In fondo cinque minuti di celebrità oggi non si negano a nessuno.
"Dove stai andando?" chiesero le Palle.
"Eh, niente, mi son rotto il ca...."
"Si?"
"No, non dicevo a te. Ho bisogno di andare, girare il mondo, vedere gente . Capire il senso della vita."
"Eh , ma ci lasci soli?"
"E vabbè , ma ormai l'inverno è finito , vi faccio prendere un po' di aria!"

L'uomo che indossava quei pantaloni, che in quel momento era seduto in pausa pranzo al tavolino del solito bar, finì il suo pasto e si alzò , non accorgendosi di quello che era accaduto.
Nel percorso dal bar all'ufficio, incontrò diversi sguardi della gente che incrociava, che o sorrideva o lo guardava come un pazzo. Fu quando arrivò il classico tizio che non ha nulla da fare e gli piace fare le foto col cellulare e poi mettere su internet , che capì.

"Scusa, Tiziochenonhainulladafareetipiacefarelefotochepoimettisuinternet , perchè mi fotografi?"
"Eh, non vedi?Hai il pantalone strappato!Anzi, no, non è proprio strappato..."

E l'uomo , guardando le sue mutandine elasticizzate bianche , che contrastavano con il completo nero preso appena la settimana scorsa (informazione irrilevante ai fini della narrazione, ma qualcosa dovevo pur dire per descrivere un po') istintivamente si portò le mani all'altezza delle pudenda. E scappò via in lacrime.
(ma sì, un po' di sentimento ci vuole in un racconto)

Intanto il cavallo dei pantaloni aveva già iniziato a fare proseliti, solo nel bar altri tre cavalli dei pantaloni avevano deciso di seguirlo , allettati dalle esperienze che egli prospettava.
In pochi minuti tutti i frequentatori di quel bar si ritrovarono ad esporre in bella vista intimo più o meno secchèsi , la gente iniziò a scappare da tutte le parti.
Ovunque si stava diffondendo la perdita del cavallo dei pantaloni, e considerato che non siamo tutti come Beckam la cosa non era piacevole. Quando un ragazzo usciva con una tizia, dopo un minuto di abbraccio già partiva il primo schiaffo. Tutto era rivelato, un mondo senza più bugie.
c'era pure chi era contento, fare la pupù non era mai stato cisì semplice.
Ma era una minoranza.
In tutto il mondo, in sole due settimane, non era più possibile trovare un pantalone con il cavallo.
Sembra che fossero tutti partiti verso Mikonos , dopo aver visto un video su youtube, in verità un po' ingannevole. Ma si sa che a volte il passaparola tende un po' ad esagerare.

Intanto bisognava risolvere il problema, dato che la questione era diventata di ordine pubblico.
Vetrine sfasciate, auto in rovina, la gente barricata in casa. Mancava solo Ken il guerriero che combatteva le gang per strada, dato che a nessuno andava di girare senza Cavallo dei pantaloni.
Alla fine, dopo una riunione di tre giorni, alle nazioni unite fu trovata una soluzione, proposta dagli scozzesi.
Il kilt, pratico indumento simile al plaid .
I centri di cerette aumentarono il loro fatturato in pochissimo tempo, diventando una delle principali lobby del pianeta. Gli uomini tornarono a vivere in pace, pur chiedendosi ogni volta se la persona con cui stanno parlando indossasse o meno le mutandine.

Ed i cavalli dei pantaloni? Forse voi vorrete sapere che fine hanno fatto?
Mah, niente di che, alla fine hanno preso un paio di sbronze, frequentato un po' di feste di quelle giuste, qualcuno si è perso dietro cattive compagnie, ma tutto sommato non si sono pentiti.
E Cavallo dei pantaloni alfa, quello da cui tutto è partito,ha appena finito di scrivere il libro a cui sarà ispirata la sceneggiatura del prossimo cartone di Natale, e sarà doppiato da Leonardo di Caprio. Ha vissuto un po' di avventure, preso qualche delusione amorosa, ma oggi vive felice in una villetta a pochi metri dalla spiaggia, dove la sera va spesso a vedere le stelle.
Meglio di due gonadi, di sicuro.

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Niente, volevo scrivere una storia sul cavallo dei pantaloni, così , di getto.
E vedere se qualcuno sarebbe mai stato disponibile a leggerla ;p


domenica 19 maggio 2013

Piccoli uomini crescono (ci provano)

Oggi è una ricorrenza particolare, tutta mia.
Di solito non ci sto tanto dietro a queste cose, però stavolta è un po' diverso.
Oggi son cinque anni che son andato "fuori di casa" , nel senso che mi son trasferito in un'altra città per motivi di lavoro. Io che a casa con mammà ci stavo davvero bene, mangiavo da Dio, servito , riverito , coccolato... ecchevuoidipiù dalla vita?

Un lavoro. Ed ho avuto la grande fortuna di trovarne uno. Anche cinque anni fa, nonostante la crisi fosse agli inizi , non era certo facile trovarne. Con le tutele, i diritti ecc.
Solo che toccava andar via. Come tanti prima di me, come tantissimi (penso) dopo.

Comunque , riempiti diversi trolley, borsoni ecc carico tutto sulla mia punto verde smeraldo , saluto i miei e prendo l'autostrada verso Roma. Papà stava quasi facendo una festa , perchè me ne andavo, finalmente, per la mia strada.Oggi devo ringraziarlo per questo e per tante altre cose.

Comunque avendo bisogno di un posto dove vivere, e non avendo nemmeno idea di come fosse Roma, avevo cercato casa tramite un giornale di annunci locale. I prezzi erano piu' o meno tutti simili, toccava solo scegliere se andare in posti magari più vicini al centro però dividere la casa con altre persone oppure prendermi un monolocale , però un po' decentrato.
Finalmente trovo l'annuncio che fa' per me, qualcosa tipo "Grazioso monolocale a soli 20 minuti da Roma ecc ecc"  , ad un prezzo praticamente pari a quello di una stanza in città , vicino ad una qualsiasi metropolitana.

Ora , è vero che tutto va interpretato , ma "a venti minuti da Roma" io lo interpretavo come "A venti minuti dal centro", non dal confine.
Sembra quasi la storia di uno di quei film americani in cui li protagonista viene dall'Ohio e va a vivere nella grande città , solo che io non venivo certo da un paesino sperduto , anzi.
Il monolocale era un po' piccolo (ovviamente) però per una persona bastava. Solo che era situato su di una specie di collinetta, in un paesino vicino il raccordo. Per arrivarci c'era una strada tutta dissestata, e le gomme e gli ammortizzatori della mia auto non erano proprio nuovi di zecca.
Accanto c'erano altri cosi come il mio, dove abitavano altre persone, e poi c'era la casa dei proprietari.
Si era molto in campagna, tanto che la mattina c'era il gallo che rompeva. Avete mai sentito il verso del gallo? Quello vero, intendo, non il "chicchirichi" classico. Innanzitutto il gallo suona ben prima che esca il sole, chissà perchè. e poi va chi-chi-chiiii.
O almeno quello faceva così.

Comunque, visto che ero così lontano dal lavoro, la mattina mi svegliavo alle cinque. Poi prendevo la macchina e facevo una ventina di minuti di strada per arrivare alla metropolitana.
Ovviamente erano venti al mattino presto, quando non c'era traffico.
Al ritorno diventavano tre quarti d'ora.
Finì che la prima settimana tornavo a casa verso le sette di sera, uscendo alle sei.
Persi sei chili in dieci giorni (giuro) ma perchè tornavo a casa distrutto e non avevo nemmeno fame, cosa che per me era proprio grave.
Mia madre mi chiamava dalle 3 alle 5 volte al giorno, e la cosa mi faceva pure piacere.
 Se avevo il fine settimana libero subito ne approfittavo per scendere a Napoli, mentre se avevo un solo giorno lo passavo a dormire. Non mi feci molti amici, solo qualche collega, ma visto che per vederli una sera avrei dovuto scendere dal monte, fare un' ora di traffico all'andata ed una al ritorno ecc ecc ecc preferivo restare a casa. Ricordo che mi iscrissi anche in palestra, per un mese, in questo paesino. In tre settimane ci sarò andato si e no cinque volte.

Resistetti due mesi, prima di decidermi a trovare una soluzione più comoda. La trovai , non troppo distante dal centro , ben servita dai mezzi pubblici, tanto che potetti con immenso piacere lasciare la macchina ai miei, visto che praticamente non mi serviva a nulla.
Però quei due mesi sono stati l'inizio di una nuova vita, più matura, in cui potevo contare solo su di me.
E quindi stavo inguaiato!

Il primo giorno, in cui dopo aver sistemato tutti i vestiti nell'armadio (no, non è vero, era tutto sparso nelle valigie a terra) mi guardo un po' in giro  e penso qualcosa tipo "La mia prima casa!"
Non ricordo se fecei qualche foto.
Devo aver pensato pure "chissà quante femmine ci porterò!" , ma ricordo male, probabilmente era qualcosa tipo "speriamo che ci porterò almeno una femmina!"

Oggi sono passati cinque anni da allora,sono cambiate un sacco di cose. Ragazza, città , conoscenti, taglio di capelli , sette\otto telefonini , posizione in campo quando gioco a calcetto , altre due case , la punto verde smeraldo non c'è più , gli amici di allora ormai li "vedo" solo su facebook,  mammà osa chiamarmi solo dalle 1 alle 2 volte al giorno. Riesco persino a stirarmi le camicie (ma faccio finta di farlo male, così lo faccio fare al Cagnaccio, adesso) ed ho imparato il fatto di come si piegano i pantaloni. In effetti ci deve essere un motivo se la piega si chiama così. E' che uno non prende tutto alla lettera, il cavallo , allora?
Ho imparato a cucinare qualcosa di più complesso del panino con il crudo, a gestire i soldi senza finire tutto giusto l'ultimo giorno prima del nuovo stipendio , a non lasciare tutto in giro.
Ho preso delle responsabilità che non avrei nemmeno immaginato, e fatto tante esperienze che altrimenti non avrei vissuto.

E sto bene.
Sperando che duri, grattandomi le palle mentre lo scrivo,
ma sto bene.
Grazie, a Chiunque ci sia lassù.

mercoledì 15 maggio 2013

Mi hai spammato i co siddetti.

L'anno scorso, convinto da un amico e spinto dalla curiosità e dalla voglia di far fruttare la mia presunta immensa competenza calcistica, decido di farmi una di quelle schede che permettono di scommettere on-line.

Prendo la mia bella tessera, semplicemente entrando in tabaccheria e fornendo i documenti richiesti, carta che tra l'altro puo' essere usata anche come carta tipo bancomat , ci carico sopra un cinquantone e comincio ad assaporare il facile guadagno.
Era tipo di sabato, c'era la serie b.
Non resisto alla tentazione di provarla.
Tanto la mia competenza calcistica non è limitata solo alla serie a.
E poi se non la provavo subito che sfizio c'era?

Morale della favola, i 50 non sono arrivati al posticipo della domenica.
Prima gioco poco su partite rischiose, poi gioco tanto per recuperare su di una partita facile.

Forse non sono così competente.
Però non sono stupido, e per fortuna il demone del gioco non mi ha mai attratto, a differenza di quello del panino mozzarella e crudo.

Da allora non ho più giocato un euro, mai più caricato la scheda se non per usarla per fare spesa.
tutto ok, direte voi?

'nsomma.

Nel senso che , per continuare a giocare, se avessi voluto, avrei dovuto mandare via fax dei documenti ad un indirizzo loro, ecc ecc.
Entro un certo termine.

visto che non sono interessato, lascio perdere.

Passa un po' di tempo, arriviamo verso la scadenza del suddetto termine, e ricevo una chiamata al cellulare.
E' un numero anonimo.
Quando mi chiama un numero anonimo mi viene sempre un po' di ansia, immagino sempre che sia l'uomo nero. A volte non rispondo nemmeno.

Comunque è una signorina, gentile,quasi simpatica, probabile gnocca.
O magari ha solo una bella voce.

Comunque mi ricorda sto fatto che sta per scadere il tempo, io la ringrazio ma le dico la verità , e cioè che ho giocato , ho perso, e basta mica so scemo!
Io i soldi me li lavoro , va.
tolto lo sfizio, basta così,
 'azie.

Lei sorride , mi sa che capisce , mi saluta e stop.

In fondo sta a far solo il suo lavoro, il problema è che magari se uno era più debole e voleva smettere poteva ricadere in tentazione, boh.

comunque ok, capitolo chiuso.

Ehm, no.

Dopo un bel po' di mesi mi arriva una mail sempre della società della carta ecc , in cui mi dà un'altra opportunità.
Mi dice che se ci casco  cambio idea e riattivo il conto mi danno in omaggio dieci euro!!
Dieci euro!
Vabbè, comunque passano altri mesi e mi richiama un altra del call center, le rispondo sempre con gentilezza, però le dico che non ero interessato, con tono perentorio ma più cortese che posso, e lei capisce al volo e non insiste.

Ok, mi avranno cancellato dal loro database, avranno messo una nota del tipo "lasciamo stare,con questo non è cosa" , o roba del genere.
Fino a pochi giorni fa, quando sul display del cellulare altra chiamata anonima.
forza, l'uomo nero devo batterlo.

"Pronto?"
"Pronto, buonasera , la sto chiamando da Romania , sono della XXXXXXX , lei ha conto fermo , la chiamo per ricordarle di mandare documenti ecc ecc "
"Signora, salve, senta già mi hanno chiamato altre volte, non sono interessato, non mi va."
"ah, ok"
"Davvero, non chiamatemi più!"
"Ok, signore."
"Ok"
"Comunque le ricordo questa cosa, così se cambia idea..."
-click-

Dunque, sono contro il gioco d'azzardo e troppo accessibile,sono contro l'insistenza verso chi non ha voglia di far qualcosa, sono contro i sistemi che sono eticamente discutibili, soprattutto perchè alcune persone si sono ammalate di queste cose, hanno rovinato le loro vite. E sono contro l'esternalizzazione all'estero di servizi telefonici e del lavoro in generale , giusto per risparmiare sul costo del lavoro.

Sono contro troppe cose per essere cortese la prossima volta, tra qualche mese.
Però sono anche troppo pigro per scrivere una mail di protesta.

Vabè,va, ci sentiamo dopo l'estate..



lunedì 13 maggio 2013

Una mamma per mamma

Ieri è stata la festa della mamma.
Qualcuno di voi forse si sarà aspettato un post sull'argomento, ma siccome io non voglio che mi consideriate scontato o banale, il post sulla mamma lo faccio il giorno dopo.

La mamma è quella cosa che quando sei piccolo è il tuo monolocale, e tu stai per nove mesi tranquillo , nella pace più totale , fino a quando ti scade l'affitto e vieni catapultato in un mondo in cui tutti ti guardano e ti fanno delle faccie strane e dicono cose strane del tipo :
"Piccolino Zi, zi , eh eh eh , come sei bello , sei bello , si?"
E tu non dici nulla. Non perchè non sai ancora parlare, ma perchè non sai cosa dire.

A quel punto , quando hai fame, tua mamma è sempre lì, devi solo piangere un po' e lei zac caccia la sua merenda al latte , più che altro per farti star zitto . Insomma ti insegna fin da piccolo che se vuoi qualcosa basta rompere le palle , per poi passare almeno i dieci anni seguenti a dirti il contrario.
Ci vorrebbe costanza , invece, Sin dall'inizio.
"Vuoi mangiare? Va bene , ma innanzitutto ti lavi le mani, poi chiedi per favore , ed infine non essere maleducato, quando dico basta è basta. Ok?"

Invece basta piangiuzzare un po', svegliare tutti  i vicini alle tre di notte, ed ecco la porzione extra.
La mamma vorrebbe dormire , ma non puo'.
Dopo circa 17 anni succede la stessa cosa, te inizi a uscire a far tardi, rientri in casa che sarà l'una , fai il passo felpato , ti togli le scarpe , attraversi il corridoio in silenzio - la porta della camera da letto è chiusa, evvai!- ti togli i pantaloni , e mentre ti stai per infilare nel letto lei apre la porta , in silenzio, con i capelli tutti alla Samara, quella di The Ring , e ti fà urlare dallo spavento.
"Ma che ore sono?"
ti fà, con tono di biasimo.
"boh"
replichi te, sforzandoti di minimizzare
"Ti ho aspettato un piedi fino a mmmmo'!"
"Ma se stavi a letto..."
"Domani parliamo!
"Vabbè, senti mi fai a pranzo gli spaghetti?"
"Alla pizzaiola?"
"Perfetto!! Mo che esci chiudi la luce!"
"'notte!"

E se ne torna a dormire , anche se dovrà svegliarti tra poco meno di 6 ore.
Cazzo , quando sei stato coccolato.
e' normale che poi la tua donna non possa reggere il confronto, in termini di servizi al consumatore.

"Amo', mi svegli domani alle sette?"
"Perchè, il cellulare non funziona?!"




venerdì 10 maggio 2013

Dunque...

Dunque ,

(il Cagnaccio dice che non si deve iniziare un post con "allora")


Uff.

Odio quando vengono posti limiti o paletti alla mia creatività.

giovedì 9 maggio 2013

dilemmi pre-estivi sull'acquisto di capi di abbigliamento

Quando sei un po' ingrassato durante l'inverno, a causa fondamentalmente del fatto che sei un puorco ingordo , una volta che si approssima l'estate e la primavera entra nel vivo , si proprio in quel periodo in cui siamo adesso , viene il momento in cui ti accorgi che devi comprare qualche capo d'abbigliamento della collezione primavera-estate 2013. Insomma, non ho mai capito che fine facciano le magliette, t-shirt o altro dell'anno prima. Spariti , puff. Eppure stavano in quel cassettone comprato dai cinesi, di quello che monti da solo con tutti quei pezzettini neri che lo chiudono.
Però non si trova.

curiosamente il triangolo dell'armadio delle Bermuda ha risparmiato le magliette più oscene, quelle che ormai ci sei affezionato e ti fa' brutto buttarle, che magari tra qualche anno diventano vintage e tornano di moda.
Però se le metti adesso per uscire poi la tua lei ti dice :

"EEEEEEEHH , COSA? ESCI CON QUELLA MAGLIETTA??? MA DAI! METTITI QUALCOSA DI PIU' CARINO! ....E INSOMMA!! "

A lei piace vestirmi, tipo bambolotto di Ken.
Tranquilli, ogni tanto la mando affanculo , il suo potere per adesso riesco a contenerlo.
Però ogni tanto qualche consiglio saggio pure me lo dà.

Il problema , dicevo, è che tocca comprare qualcosina.
E quindi ecco il dilemma:
Che faccio, l'acquisto ottimistico , leggasi una taglia in meno, che tanto che cacchio devo perdere qualche chilo in più, ce la farò nonostante la temuta stagione dei matrimoni , e quindi tra un mesetto , massimo due, sto tutto fashion e non largo, oppure faccio l'acquisto realistico, che significa stabilità, certezza , ma poi metti che perdo peso poi mi trovo con le cose larghe che sono poco estetiche e vabbè sticazzi?

(ci sarebbe pure l'acquisto pessimistico, la tuta o il pantalone comodo, ma quello è assolutamente da evitare, sarebbe l'inizio della fine)

e vogliamo parlare dei costumi?
si, ma la prossima volta, che ho capito che non vi piacciono i post lunghi, che poi dovete riflettere troppo.

Voi cosa fate, in questi casi? 
Ottimisti, realisti o pessimisti?

lunedì 6 maggio 2013

Di scarpe , donne , scarpiere e cose loro


Si, ovviamente il titolo è una specie di acchiappa-lettrici modaiole shopperose .
A parte questo siamo stati in quel famoso coso di mobili tipo lego , dove tra le altre cose c'era questa scarpiera enorme , alta credo 2 metri.
Il mio Cagnaccio è impazzita quando l'ha vista, vuole comprarla.
Vabbè che per le donne le dimensioni contano, però qui mi sembra si esageri.
E lei dice che lo fa per me, visto che io porto il 46 e non ci vanno le mie portaerei nella scarpiera normale!


Mi domando:
-Ma come arriva lì sopra?
(con la scala, però era legittima come domanda)
Ma quante scarpe devi metterci dentro?
E comunque secondo me diventerà una casa per l'uomo nero, che si scoccia di stare negli armadi.
O forse vuole metterci l'amante.

Altrimenti è troppo, su.
Diteglielo anche voi.



...che poi lo devo montare io....        :(
ps visto che bel profilo greco? (nel senso di "in rovina")

sabato 4 maggio 2013

Tutti a caccia nelle chat dei primi anni del 2000....

circa dieci anni fa non era come adesso, che conoscere un partner occasionale o duraturo via internet era socialmente accettato, i pionieri che iniziavano la caccia nelle chat, per conoscere nuove persone erano visti un po' come disperati (almeno da chi snobbava internet , non conoscendolo quasi) che , incapaci di approcciare nella cd vita reale, provavano a farlo da un computer.Invece dietro quegli schermi si nascondevano dei ragazzotti allupati, pronti ad aspettare a volte anche una ventina di secondi per aprire una pagina, visto che le connessioni erano lentissime , rispetto ad ora.
E c'era sempre il pericolo che cadesse la linea improvvisamente, cosa che succedeva spesso e volentieri, soprattutto se eri sfortunato ti capitava prima di ottenere il numero della ragazza.

C'erano anche abbastanza ragazze, ovviamente , anche se meno rispetto agli uomini.
 Appena entravi in chat (all'epoca ricordo che ce n'erano due \ tre di famose, tipo la chat di libero , una chiamata c6 , forse tiscali e irc ) c'era sulla destra una colonna di nomi con tutti i nick, e quasi tutti erano maschili. Quindi se ti trovavi , che ne so , una "bionda81" , difficilmente riuscivi a trovarla disponibile, dato che stava chattando contemporaneamente almeno con altri tre utenti.
Le chat erano divise  in stanze, di solito per città.
Ed allora entravi nella stanza della tua città, dopo che era già caduta la connessione 3 volte , ti sgranchivi le dita ed iniziavi la caccia.
Ovviamente dovevi aver già scelto , all'uopo ( visto che ho scritto "all'uopo?" dovreste farlo anche voi, è una figata e poi potete contestualizzarlo in molte frasi) un nick, qualcosa di potenzialmente originale, possibilmente spiritoso , che facesse capire qualcosina di te.
alla fine mettevi qualcosa tipo "fsihoihv" , perchè quelli che ti piacevano li avevano già presi.
C'era il Principe , che variava in base all'età, declinandosi in Principe28 , Principe84 , Principe980.
I più pseudo colti mettevano il nome di un personaggio di un libro che avevano letto, o fatto finta di leggere, tipo che ne so Siddharta , Albatros , insomma qualche cagata pseudo intellettuale che sarebbe dovuta servire da aggancio, magari come spunto di conversazione.
Altri mettevano semplicemente il nome di battesimo , oppure cose scherzose o pseudosessuali, tipo cm32.

Per le ragazze era diverso, di solito non erano poi così originali.
C'era quasi sempre qualcosa tipo Occhiverdi85 , per esempio , che magari gli occhi verdi ce li aveva pure però se ti capitava di uscirci diciamo che il contorno non era all'altezza, oppure avevi la Puffetta , la DolcementeComplicata , la Sognatrice , la Scassapalle (mmm no, quella non c'era) la Piccolastellasenzacielo, insomma tutte quelle menate delle femmine.
Il fatto di mettere l'età alla fine era comodo, cos' almeno già si poteva fare un filtro , contattando possibilmente delle coetanee , evitando milfone tardone ma che fanno sempre buon brodo oppure giovincelle. E c'era pure la Panterona o simili, ma non le ho mai contattate per paura che fosse un uomo sotto mentite spoglie, che volesse cazzeggiare.
Io , che avevo avuto la sfortuna di frequentare un liceo maschile, non avevo tante amiche che mi passassero le amiche, e quindi se capitava che ti lasciavi con una ragazza poi dovevi darti da fare per trovarne un'altra , di un giro completamente diverso, e quindi era comodo utilizzare la chat.
E poi era anche divertente, il riuscire a convincere una a farti dare il numero dopo una decina di minuti di conversazione. Ripeto, lettori giovini , non paragonate la situazione ad adesso: Era tutta un'altra storia.

Comunque , armato di pazienza e di carta e penna, iniziavi la caccia.
Potevi adottare varie strategie, ma la più efficace si basava sulla teoria dei grandi numeri.
Entravi ed attaccavi tutte quelle con un nick femminile.
L'inizio standard era:

"Ciao, da dove dgt?"   (dgt, per i piccoli lettori moderni , è Digiti)
....
(non rispondeva)

"Ci 6?"
(Dio, che linguaggio da bimbominchia...)

Se proprio volevi essere un po' educato e colpirle con i modi cortesi, iniziavi con

"Ciao, ti andrebbe di chattare?"
e poi
"Da dove dgt?"

A questo punto di solito era già caduta la linea un paio di volte, oltre al fatto che internet non è come oggi che è un fisso mensile, prima si pagava ad ore, come fosse una telefonata. Costava un po', ora non ricordo quanto. Comunque ciò bastava a non far vedere di buon occhio la cosa ai tuoi.
"Me la trovi tu la patata?" , sarebbe stata la risposta più corretta da dire , ad una simile contestazione.

tutto questo anche per colpa delle tua amiche, che avevano incredibilmente soltanto amiche fidanzate.
Ogni volta, per mesi.
Non si lasciavano mai?
boh.

Comunque , se lei ti rispondeva , passavi alla seconda domanda (stando attento a non scrivere nella finestra di conversazione di un'altra)

"quandi anni hai?"
la ponevi lo stesso, anche se si capiva benissimo dal nick.
Poi rispondevi
"io 21" , per esempio.

"bene"
"bene"

Si poteva andare avanti.
A quel punto, non so perchè , c'era qualche frase tipo :
"Che fai nella vita?"
ed uno diceva : Studio, lavoro ecc ecc

"bene"
"bene"
Insomma tutte informazioni che oggi fb ti offre subito.

Qualche informazione sull'aspetto fisico, del tipo:

"Che colore hai i capelli?"
"Quanto sei alto?"
"occhi?"
Poi era bene  precisare:

"Da dove?Che zona?"

Per sapere il quartiere. Che magari era dall'altro lato della città e ti scocciavi di uscirci , magari era una cozza. E diciamo che qualche cozza c'era eccome. Vabbè , poi son gusti. E senza offesa. Magari per loro ero un cozzo io , eh?

Poi iniziavi a fare il poeta del cazzo.
qualche frase buttata li sull'amour , lei scriveva due righe sul suo cuore infranto , le sue esperienze passate finite male, insomma si poteva passare alla fase successiva.

Prima di chiederle il numero , però, qualche complimento random:
"Sai che sei interessante?"
"grazie!Anche tu..."

Basta così, va benissimo.

"Senti..."
"Dimmi"
"Scusa se te lo chiedo"
" ?? "
"So, che non mi conosci , ma ti andrebbe di scambiarci il numero?Così per conoscerci meglio..."

Tenete presente che all'epoca non c'era nemmeno msn, che sarebbe stato il normale proseguimento , privato e comodo, diciamo. Siamo proprio alla preistoria della conoscenza su internet.

" Guarda, io di solito non lo do...."
(tranquilli, era il normale preambolo)
"però te mi sembri un bravo ragazzo..."
"ti ringrazio, anche tu..."
(così, giusto per )
"320xxxxxx"

"Ti faccio uno squillo così ti salvi il mio, ok?"
(in realtà questo squillo aveva come funzione primaria quello di verificare se questo numero esisteva)
"ti è arrivato?"
"Si!"
"Ok"

"ora devo andare, scusa"
"Si, anche io"
"A presto".

... seguiva poi scambio di sms ed eventuale incontro.
Ma per questo post fermiamoci a questo.
Se eri fortunato, e la connessione non era caduta, avevi racimolato il tuo numero.
Lo salvavi in memoria, poi ti sentivi con i tuoi amici, altri cacciatori, e confrontavate.

"Che dici, sarà bona?"
"E che ne so"
"La tua quanti anni ha?"
"eh, uno in meno di me"
"bbbuono!"
"io con una di 32 anni!"
(c'era sempre l'amico che puntava al maturo)
"eeeee!"
"Eh ma vuole vedermi "
"seee , vabbe"
"comunque ce l'ha un'amica, la tua?"
"E che ne so"
"allora usciamo a 4!"
"E mo vediamo, così se non è cosa scappiamo con una scusa!"
(ovviamente anche le ragazze a volte facevano così, un po' per motivi di sicurezza, che eri comunque un estraneo, un po' per avere meno imbarazzo, un po' per fuggir meglio)

Comunque spesso gli appuntamenti erano proprio al buio, visto che non era facile mandarsi le foto digitali.
E nemmeno farsele.
Dio, mi sembra di fare un racconto dell'ottocento.

Va be, per stavolta chiudo qui il post, della fase successiva , e degli appuntamenti che mi son toccati in sorte, forse vi narrerò un'altra volta.
Chissà se anche voi vi cimentavate in questo sport.... (??)


Poesia notturna

Ci son notti in cui proprio non ce la fai.
Ti alzi, ti siedi, ti rialzi e ti risiedi.
Cerchi qualcosa da leggere, ma è inutile.
E continui a girare per la casa , nel silenzio.
Lei che si sveglia e ti chiede cosa hai.
E tu ti limiti al "niente, dormi , dai..."

E poi ti rialzi, cammini, ti siedi.
E tutto ciò che senti è il freddo.
Ti sforzi di star bene, ci provi.
Ma è inutile , perchè non riesci a cacciar fuori quello che hai dentro , anche se non
c'è nessuno che in quel momento potrebbe ascoltarti.

Quelle notti in cui ti maledici per i tuoi errori,
che lo sapevi che non saresti dovuto tornare lì
e senti qualcosa dentro
fitte
nel silenzio
inizi a pensare che questa notte
la tua angoscia non finirà
e sudi
è buon segno

Ti siedi un'ultima volta
respiri
e alla fine fai sta cavolo di cagata
e col cavolo che ci torni più in quel ristorante.

mercoledì 1 maggio 2013

300 rose recise.

Il mio pensiero oggi , in merito alla festa del lavoro , vola un bel po' oltre confine ed arriva in Bangladesh.
Un posto lontano, del quale non sappiamo nemmeno bene come si scriva il nome. O almeno io, che son dovuto andare su google, per esser sicuro.

L'italiano medio , categoria al quale ogni tanto mi accorgo di far parte, nonostante la superbia incoscia possa portarmi a credere diversamente , di qual paese sà solo che si deve vivere proprio male.
Se non fosse così non verrebbero certo così numerosi qui a farsi sfruttare, a vivere in dieci in un appartamento, a elemosinare dietro l'apparente vendita di una rosa. Una insistente vendita di una rosa, che magari ti beccano nel momento in cui sei incazzato per i fatti tuoi, oppure stai litigando con la tua lei e loro si avvicinano lo stesso,  ma te non sei certo in quel momento il massimo della socialità e gli rispondi pure male.
O magari non ne puoi più perchè negli ultimi cinquanta metri era il quarto che ti rivolgeva la stessa offerta , ed allora a sto punto sarebbe stato meglio prenderti la prima così almeno gli altri si calmavano.
Difficile, perchè a volte vogliono venderti l'ombrello , quando piove, anche se ne hai già uno. Aperto.

Se non si vivesse male , dalle loro parti , probabilmente non sarebbero qui a farsi sfruttare dalla criminalità , ad abitare in dieci in un bilocale , a fare la vita che fanno.
Quante volte un italiano medio si fa' quella sciocca domanda, " ma se devono vivere così perchè non rimangono nel loro paese?".

Poi la settimana scorsa fermi un attimo il carrello dell'informazione, che vaavantiavantiavanti tipo il nastro del sushi e devi sbrigarti ormai a prendere quello che ti interessa, che altrimenti si passa già al prossimo dramma , e l'occhio ti cade su di un titolo:
"morti 300 operai a causa di un crollo di un palazzo in Bangladesh."

Non è che i media italiani ne abbiano parlato tanto, forse per la situazione politica e sociale italiana , o almeno a parer mio non se ne è parlato abbastanza. E dire che il Papa se ne è occupato , ha rivolto loro una preghiera. Per chi c'era e per chi ora dovrà continuare ad esserci, senza.
Dalle poche notizie che i giornali classici ti forniscono (certo, magari sul prossimo Internazionale qualcosa di più approfondito la trovo) sembra che la palazzina fosse già pericolante e che i lavoratori fossero stati costretti ad andare a lavorare ugualmente. La classica tragedia che si poteva prevenire, di cui la storia ne è piena. E sembra che lavorassero per una paga da fame, pochi centesimi di euro all'ora.

Non conosco il potere d'acquisto del centesimo di euro in quel paese, ma non credo siano una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro offerto , ma del resto non conosco nemmeno la Costituzione di quel paese e quindi non posso pretendere che alcuni alti principi contenuti sulla nostra (almeno sulla carta li abbiamo ) siano condivisi  universalmente. Così come dovrebbero essere ovunque.
Perchè i diritti legati al lavoro sono diritti naturali, per chi un minimo minimo ne capisce di giurisprudenza.
Dei diritti legati proprio all'esistenza dell'individuo, che lo Stato non puo' decidere se concedere o meno, perchè sono intrinseci all'uomo , vanno semplicemente riconosciuti ed attuati , basta.
quei soldi che gli diamo, quelli che riescono a trattenere a chi presumibilmente li sfrutta, e che vengono mandati ai loro cari, provate a pensare che valore possono avere lì.

Solo che queste persone sono nate nella parte sbagliata del mondo.
 Almeno per adesso.
Poi magari un giorno ci ritroveremo che saremo noi a dover insistere per vendere delle rose per strada , mentre veniamo mandati via. Solo che adesso le cose vanno così , e quando dici :
" oddio, ho comprato da X&X una magliettina troppo carina!E solo dieci euro!"

Non la guardiamo quasi più l'etichetta, per vedere da dove proviene.
Se costa così poco, vorrà dire che chi la produce avrà necessariamente risparmiato su dei fattori della produzione. Sulla sicurezza, sugli stipendi dei lavoratori.
E' matematica.

Vorrei dire "si parla tanto di acquisti etici" ma non è proprio vero. Non frega quasi più nulla a nessuno.
Una volta si diceva "non ti prendere le scarpe della XXXX , che le fanno i bambini!"
Poi si è passati al "si, ma così almeno mangiano!"

Il mercato del lavoro , a livello mondiale, è sporco. E' sporco perchè ci sono delle regole che però non valgono per tutti. E' sporco perchè ci sono paesi dove produrre il bene A costa 5 , ed altri in cui costa 3.
L'imprenditore, che per definizione è colui che vuole massimizzare i ricavi , cerca di spostare la produzione in altri paesi , dove si pagano meno tasse, dove gli stipendi son più bassi , dove non c'è da pagare eccessivamente per adeguati strumenti di lavoro che forniscono sicurezza ai lavoratori.
Come se fosse giusto poter scegliere.

quando feci la maturità uscì una traccia "Parla della globalizzazione" (più o meno il senso era quello, poi il Ministero ci aveva fatto su tutto un giro di parole per essere meno prosaico)
All'epoca diciamo che stava appena iniziando, in contemporanea alla diffusione di internet.
Globalizzazione , per come la intendevano - ricordo che era fatta passare come una cosa wow - significava principalmente che tutti potevano lavorare ovunque, nel mondo.
Oggi cambierei solo la parola lavorare, con un altro termine.

Per me , ora che non sono più un diciottenne con in testa solo calcio&patata , ora che ho sviluppato una certa soglia di intelligenza critica , la globalizzazione è altro.
Sinceramente non ricordo se scegli quella traccia, anche se mi sembra di si.

Vorrei rileggerlo adesso, quel tema. Anzi vorrei scriverlo adesso.

Oggi è il primo Maggio, spero mi perdoniate il post insolitamente serio ed impegnato (nel mio piccolo)
Oggi il mio pensiero va' a loro , e a tutti quelli che hanno perso la vita , l'integrità fisica , gli affetti a causa del lavoro e della mancanza di tutele.


Immagine presa dalla rete , In memoriam.