giovedì 11 aprile 2013

Una festa universitaria da fuori corso e fuori tempo


I miei anni universitari a Napoli non li ho vissuti alla grande, nel senso che non sono andato a feste varie piene di femmine ecc ecc , e tutto ciò nonostante il fatto che la mia facoltà fosse frequentata da molta ma molta patata. Siccome che sono un ragazzo irresistibilmente irresistibile, mi fidanzai proprio dopo due mesi dall’iscrizione al primo anno, (non con una iscritta , la conobbi in altri contesti) e quindi non ebbi la necessità/voglia di fare acchiappanza, conoscenze, posteggiamenti, fittiamenti ecc ecc ecc.

Considerando poi che a Giurisprudenza non è nemmeno fondamentale frequentare, capirete come non ci andassi praticamente mai. In realtà non ricordo come impegnavo il mio tempo in quegli anni, dato che il mio libretto degli esami mostra dei periodi eccessivamente lunghi tra una prova e l’altra.

Tutto ciò per dirvi che , come un coglione , non ero mai andato ad una festa universitaria, quelle occasioni in cui leggenda vuole si possano conoscere le creature mitologiche delle ragazze fuori sede che hanno la casa libera, cioè ci sono le coinquiline ma quelle restano nella loro stanza, comunque va benissimo.

Il senso è che a volte mi era rimasto questo cruccio della festa universitaria, forse perché ci sono i film americani dove tutti distruggono la villa di quello che, per farsi invitare alla festa, la ospita e ci sono tutti che bevono birra, fanno il bagno in piscina senza cuffia e poi salgono al piano di sopra o a vomitare in bagno o a mettersi sul letto matrimoniale del genitore del padrone di casa, che non chiudeva mai a chiave la stanza, nonostante suppongo avesse visto anche lui qualche film americano in cui c’erano ‘ste feste.



Insomma, l’altra sera dei colleghi mi invitano ad uscire per un aperitivo, ottenuto il permesso del mio Cagnaccio accetto l’invito e ci vediamo in questo posto che sta a due passi da una delle università di Milano.

Ora, non sapevo che fosse una serata in cui c’era una festa , pensavo fosse un aperitivo normale, che qui a Milano si fanno pure a colazione.

Già da fuori vedo tutte queste tipe scosciate, con la faccia da 22/23enni.

Mi sembravano un tantinello giovani, anche se è chiaro che è un’età in cui sia la natura che il codice penale dicono che la donna va benissimo. Però duole ammettere che una leggera differenza di età con un trentenne c’è. Eccome.

Mi sentivo un po’ a disagio, fuori contesto, un po’ come quando vado in un locale dove ci sono miei coetanei e coetanee e vedo un cinquantenne in giacca e camicia aperta, che fa’ il figo. Nulla di male, eh, non dico che dovrebbe andare nelle balere a caccia di ottuagenarie, però intendo dire che visivamente stona. Tutto qui.

Ero insieme a tutti siciliani, quindi ogni volta che passava una tipa (vedete, già parlo tutto giovanile) era tutto un fiorire di “ Miiiiiiiiii guadda quella!!”

“Miiiiiiii bbbona!!”

…e così per un bel po’ di tempo.

Non potevo comunque non guardarmi intorno senza notare come fossi uno dei più “anziani” presenti nel locale. Le guardavo e pensavo qualcosa tipo “cacchio, ma a 22 anni anche quelle che conoscevo io erano così piccole? …a me sembravano più grandi…”

Insomma, mi sentivo come dentro uno di quei servizi che fanno a studio aperto in cui tutti ballano nei locali.

Vedo un tizio che doveva aver perso la cintura, perché aveva i pantaloni tutti scesi che quasi gli si vedeva la mutanda. Purtroppo non ne avevo un'altra fa prestargli, comunque forse si era messo a dieta e non aveva ancora cambiato guardaroba.

Ad un certo punto ero un po’ stanco però ste giovani di oggi non si sono alzate né mi hanno fatto sedere, cedendomi il posto sul divanetto . Non hanno più rispetto, è proprio vero.

Se qualcuna si fosse avvicinata , di cosa avremmo potuto parlare?

“ciao, tu hai già fatto commerciale?Da quanto lo stai studiando? Io da 4 anni….”

E comunque ovviamente ho fatto il bravo, altrimenti nonna Cagnaccio quando tornavo a casa mi prendeva a padellate. E comunque non si sarebbero avvicinate molto facilmente, dato che nel gruppo c’era il classico grezzone che si avvicinava e provava l’abbordaggio con qualche evergreen del tipo “Sei bellissima!” .

Alla fine sono riuscito a sedermi sul divanetto, e come vi ho raccontato anche in un post recente, in simile posizione di comodità il mio cervello inizia a ragionare estraniandosi da tutto ciò che accade fuori.

Mi è venuto da sorridere. Anche se non ci tornerei più manco morto , tutto sommato era un’esperienza nuova, posso cancellarla. Adesso nella lista delle cose da fare tocca al “frequentare la prima lezione di un corso di yoga e poi andarmene a metà, lasciando tutti nella posizione dello struzzo”.



Con quasi una decina di anni di ritardo, avevo avuto la mia serata universitaria .

Ed anche se nessuna fuori sede mi aveva invitato a casa sua , mi ero divertito.

Miiiiiiiii , davvero!

4 commenti:

kermitilrospo ha detto...

minchia!

tu fai tanto lo gnorri ma chissa come capiti o vorresti capitare sempre in situazioni dove si acchiappa (feste... yoga....)
Fossi io il cagnaccio non ti farei più uscire di casa !!

Patalice ha detto...

mai stata ad una festa universitaria...
forse mi sono persa tante cose...
ormai mi sa che, nonostante io sia ancora iscritta, è un po' tardi

Unknown ha detto...

http://storiadellemiemozioni.blogspot.it/2013/04/premio.html

gegge ha detto...

Lu cy , scusa non riesco ad accedere al tuo blog, visto che non ho google+ oppure ce l'ho e non so usarlo...eppure dal telefonino accede , è col pc che ho problemi!
comunque se torni a leggere, grazie per il premio!
appena ho un po' di voglia di capirci qualcosa, provvedo , ciao e benvenuta qui ;)