mercoledì 1 maggio 2013

300 rose recise.

Il mio pensiero oggi , in merito alla festa del lavoro , vola un bel po' oltre confine ed arriva in Bangladesh.
Un posto lontano, del quale non sappiamo nemmeno bene come si scriva il nome. O almeno io, che son dovuto andare su google, per esser sicuro.

L'italiano medio , categoria al quale ogni tanto mi accorgo di far parte, nonostante la superbia incoscia possa portarmi a credere diversamente , di qual paese sà solo che si deve vivere proprio male.
Se non fosse così non verrebbero certo così numerosi qui a farsi sfruttare, a vivere in dieci in un appartamento, a elemosinare dietro l'apparente vendita di una rosa. Una insistente vendita di una rosa, che magari ti beccano nel momento in cui sei incazzato per i fatti tuoi, oppure stai litigando con la tua lei e loro si avvicinano lo stesso,  ma te non sei certo in quel momento il massimo della socialità e gli rispondi pure male.
O magari non ne puoi più perchè negli ultimi cinquanta metri era il quarto che ti rivolgeva la stessa offerta , ed allora a sto punto sarebbe stato meglio prenderti la prima così almeno gli altri si calmavano.
Difficile, perchè a volte vogliono venderti l'ombrello , quando piove, anche se ne hai già uno. Aperto.

Se non si vivesse male , dalle loro parti , probabilmente non sarebbero qui a farsi sfruttare dalla criminalità , ad abitare in dieci in un bilocale , a fare la vita che fanno.
Quante volte un italiano medio si fa' quella sciocca domanda, " ma se devono vivere così perchè non rimangono nel loro paese?".

Poi la settimana scorsa fermi un attimo il carrello dell'informazione, che vaavantiavantiavanti tipo il nastro del sushi e devi sbrigarti ormai a prendere quello che ti interessa, che altrimenti si passa già al prossimo dramma , e l'occhio ti cade su di un titolo:
"morti 300 operai a causa di un crollo di un palazzo in Bangladesh."

Non è che i media italiani ne abbiano parlato tanto, forse per la situazione politica e sociale italiana , o almeno a parer mio non se ne è parlato abbastanza. E dire che il Papa se ne è occupato , ha rivolto loro una preghiera. Per chi c'era e per chi ora dovrà continuare ad esserci, senza.
Dalle poche notizie che i giornali classici ti forniscono (certo, magari sul prossimo Internazionale qualcosa di più approfondito la trovo) sembra che la palazzina fosse già pericolante e che i lavoratori fossero stati costretti ad andare a lavorare ugualmente. La classica tragedia che si poteva prevenire, di cui la storia ne è piena. E sembra che lavorassero per una paga da fame, pochi centesimi di euro all'ora.

Non conosco il potere d'acquisto del centesimo di euro in quel paese, ma non credo siano una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro offerto , ma del resto non conosco nemmeno la Costituzione di quel paese e quindi non posso pretendere che alcuni alti principi contenuti sulla nostra (almeno sulla carta li abbiamo ) siano condivisi  universalmente. Così come dovrebbero essere ovunque.
Perchè i diritti legati al lavoro sono diritti naturali, per chi un minimo minimo ne capisce di giurisprudenza.
Dei diritti legati proprio all'esistenza dell'individuo, che lo Stato non puo' decidere se concedere o meno, perchè sono intrinseci all'uomo , vanno semplicemente riconosciuti ed attuati , basta.
quei soldi che gli diamo, quelli che riescono a trattenere a chi presumibilmente li sfrutta, e che vengono mandati ai loro cari, provate a pensare che valore possono avere lì.

Solo che queste persone sono nate nella parte sbagliata del mondo.
 Almeno per adesso.
Poi magari un giorno ci ritroveremo che saremo noi a dover insistere per vendere delle rose per strada , mentre veniamo mandati via. Solo che adesso le cose vanno così , e quando dici :
" oddio, ho comprato da X&X una magliettina troppo carina!E solo dieci euro!"

Non la guardiamo quasi più l'etichetta, per vedere da dove proviene.
Se costa così poco, vorrà dire che chi la produce avrà necessariamente risparmiato su dei fattori della produzione. Sulla sicurezza, sugli stipendi dei lavoratori.
E' matematica.

Vorrei dire "si parla tanto di acquisti etici" ma non è proprio vero. Non frega quasi più nulla a nessuno.
Una volta si diceva "non ti prendere le scarpe della XXXX , che le fanno i bambini!"
Poi si è passati al "si, ma così almeno mangiano!"

Il mercato del lavoro , a livello mondiale, è sporco. E' sporco perchè ci sono delle regole che però non valgono per tutti. E' sporco perchè ci sono paesi dove produrre il bene A costa 5 , ed altri in cui costa 3.
L'imprenditore, che per definizione è colui che vuole massimizzare i ricavi , cerca di spostare la produzione in altri paesi , dove si pagano meno tasse, dove gli stipendi son più bassi , dove non c'è da pagare eccessivamente per adeguati strumenti di lavoro che forniscono sicurezza ai lavoratori.
Come se fosse giusto poter scegliere.

quando feci la maturità uscì una traccia "Parla della globalizzazione" (più o meno il senso era quello, poi il Ministero ci aveva fatto su tutto un giro di parole per essere meno prosaico)
All'epoca diciamo che stava appena iniziando, in contemporanea alla diffusione di internet.
Globalizzazione , per come la intendevano - ricordo che era fatta passare come una cosa wow - significava principalmente che tutti potevano lavorare ovunque, nel mondo.
Oggi cambierei solo la parola lavorare, con un altro termine.

Per me , ora che non sono più un diciottenne con in testa solo calcio&patata , ora che ho sviluppato una certa soglia di intelligenza critica , la globalizzazione è altro.
Sinceramente non ricordo se scegli quella traccia, anche se mi sembra di si.

Vorrei rileggerlo adesso, quel tema. Anzi vorrei scriverlo adesso.

Oggi è il primo Maggio, spero mi perdoniate il post insolitamente serio ed impegnato (nel mio piccolo)
Oggi il mio pensiero va' a loro , e a tutti quelli che hanno perso la vita , l'integrità fisica , gli affetti a causa del lavoro e della mancanza di tutele.


Immagine presa dalla rete , In memoriam.







5 commenti:

Blackswan ha detto...

c'è poco da commentare... solo una considerazione... probabilmente in futuro non saranno i cinesi ad acquisire i nostri diritti di lavoratori, ma noi a lavorare come i cinesi :(

Patalice ha detto...

concordo con Blackswan e la cosa non è felice per nulla

Ade ha detto...

Mi piace questo tuo post "impegnato".
Mi piace meno pensare (e sapere) a quanto sporco ci sia nel mondo. Ovunque. In qualsiasi direzione ci si volti a guardare.

Davide CervelloBacato ha detto...

Bellissime parole, davvero.

erre63 ha detto...

forse e dico forse l'introduzione dei dazi e il risalto del vvero made in italy potrebbe essere un piccolo contributo per sovvertire certi meccanismi che si sono creati, forse e dico forse una nazionalizzazione e una detassazione negli acquisti nazionali potrebbe portare ad un incremento nel lavoro, nella crescita economica. se poi uno è ricchissimo e vuole comperarsi l'audi anzichè un alfa romeo fatta interamente in italia, va bene, ma bisogna in questo momenti di crisi rendersi conto che il "liberismo" ha fallito tanto quanto il comunismo sociale. ecco ho dato un risposta troppo politica. roberta