venerdì 31 gennaio 2014

grandi passioni che poi vanno a meretrici (ed io pago ) # n : La pittura

No, non volevo fare l'imbianchino dei muri di casa,ma proprio il pittore pittore, quello che fa i quadri tipo quelli delle tartarughe ninja. Ovviamente non a livello professionale, ma assolutamente dilettantistico.
altrettanto ovviamente esprimendomi ad un altissimo livello, da genio incompreso quale mi ritengo di essere.
Anzi, compreso da pochi, va'. Che a mia mamma piacciono tutte le cose che faccio.
E qualche altro folle lo trovo, del resto de gustibus.

Ed è così che qualche mese fa mi viene l'ingrippo, pardon scoppia in me il sacro fuoco della passione per il dipingere. Ovviamente mai avuto le basi, ma del resto chissenefrega di questi dettagli.

Allora, la prima cosa da fare quando in te nasce una passione del genere è farsela passare.
Se non succede, perchè devi per forza almeno provarci, ecco le fasi:

FASE UNO , L'ESALTAZIONE DELLA SCOPERTA

Veh, come prima cosa occorre procurarsi il materiale. girando un po' per le varie librerie, si trovano usati un sacco di manuali. E così ho scoperto che esistono 3 tecniche classiche, in base ai materiali usati. Dovevo decidere se pitturare con l'olio, con l'acrilico o con l'acquerello.
L'acquerello sembrava troppo difficile e poi non puoi cancellare se sbagli, l'olio la mia ragazza mi ammazzava se sporcavo il parquet , andata per l'acrilico.Avrò preso in un paio di settimane almeno 5 manuali.
C'è un negozio vicino casa dove vendono, tra le altre cose, materiale per le belle arti. Mi piazzo un po' davanti al reparto, con l'aria di chi ne capisce, ed osservo il tutto, dovendo scegliere cosa prendere, come quando ero bambino e dovevo comprarmi i cavalieri dello zodiaco e dovevo scegliere a quale toccasse quella volta. Mi si avvicina un commesso gentile e disponibile, al quale confesso candidamente la mia totale ignoranza, e questo, che si dilettava anche lui, mi consiglia un set base di colori e dei pennelli.
boh, per me un pennello vale l'altro, quindi alla fine prendo tutto quello che mi consiglia per iniziare e qualche tela , di quelle piccole. E ci rimango pure male, perchè volevo partire subito da un quadro mediogrande, di quelli tipo mezzobusto 40x40 , che lo metti in salotto, gli amici vengono a trovarti, trovano il ritratto della tua ragazza, o almeno una che gli somiglia, e tu che dici bullandoti "eh, l'ho fatto io, e loro che per pura cortesia dicono "uaaaa , ma sei bravissimo! non sapevo di questa tua capacità! Me lo faresti anche a me?" mentre in realtà pensavano che era il disegno del cuginetto delle medie.
tutto questo per dirvi che mi metto con i miei colori, la mia tela e le mie matite, ed ecco il primo quadro che esce, di cui vi parlai già in un altro post:



Ve lo ricordate? Si intitola "Svergognate sulla spiaggia". In realtà è in orizzontale, però mi ha caricato male l'immagine.

Lo mostro trionfante alla mia donna, che tollera, mi dice che non è male, ma in realtà sta pensando che dovrei studiare per il prossimo esame. Però mi lascia fare, sà che tra poco mollo.
Oggi rivedendo quell'immagine noto come abbia commesso un errore madornale, non mettendo il riflesso del sole al tramonto (quello tra le montagne è un sole, spero si capisca) (quelle sono montagne, spero si capisca) sull'acqua. Vabe', dettagli.
Comunque inizia la fase due:

L'ESALTAZIONE CHE SFIORA LA MANIA:

Ok, sono un fenomeno, prometto bene. Occorre però approfondire il tutto. Deve esserci qualche corso, penso in un atto di umiltà. Ma quelli che vedo in giro sono già iniziati. E poi non ho tempo per queste cose.
Perchè poi ingabbiare la mia arte in stupidi tecnicismi? Van Gogh ha forse fatto un corso?
boh, penso di si.
Ma allora che faccio, devo anche io tagliarmi un orecchio? Mia mamma mi ha insegnato da piccolo che se tutti si buttano dal ponte io non è che devo buttami per forza come loro.
Ed allora avanti nella mia opera ignorante, continuiamo a documentarci.
Che poi cominci a notare anche i quadri degli altri, che prima non te ne fregava niente. E poi capita che se passi per qualche museo sei tutto contento, che apprezzi lo stile, la tecnica , quelle cose lì.
ci manca poco che ti viene la sindrome di Sthendal, quando capiti a Londra e dici "devo andare alla national gallery! Per forza!"
E vai in questa galleria, ti prendi pure l'audio guida, per cogliere al meglio tutto. Non so se ci siete mai stati, ma capita di trovare degli artisti che si mettono sulle panchine davanti ai quadri e disegnano, per riprodurli.
Puoi pure portare il cavalletto e fare tutto, nessuno ti dice niente. Pure il personale che lavora lì, mica ti viene a dire "ma lei che sta facendo, vada via!" , come penso succederebbe in Italia. Boh, Magari invece lo fanno fare pure qui, non sò.
Comunque ecco che penso tipo "mannaggia, lo dovevo fare anche io! portarmi anche io le cose!"
E vabbè. comunque visto che ci siamo , prendiamo qualche attrezzo inutile pure qui a Londra, nei negozi di portobello. Addirittura, giuro, prendiamo un cavalletto bello grande, che era in offerta e rispetto a quanto lo paghi in Italia non costa nulla.
Bene, bene. Quasi quasi ho deciso che la pittura è diventata la mia arte preferita, prima della scrittura.

FASE TRE: ACQUISIZIONE DELLA COSCIENZA DELL'AMARA REALTA'

E poi succede. Passi qualche ora a pennellare, vedi che il risultato non è proprio quello che volevi te.
Per tutela della poca dignità rimasta non vi posto le altre opere, tra cui "La tazzina rossa" e "Scogliera con mare mosso" . Non ho nemmeno deciso a che genere appartenere, se impressionista o cubista, ma già mi sembra tutto troppo difficile. Non è che l'uva è troppo lontana, è che forse non ho davvero voglia di raccoglierla. I pennelli si sfibrano o come si dice, devo lavare gli oggetti dopo che li ho usati (uffaaaaaa) e sembra che non sia possibile realizzare un'opera decente impiegando solo 25 minuti del proprio tempo.
Insomma, questo fatto della pittura è un pacco.

FASE QUATTRO: L'ODIO

Insomma poi, quest'uva altro che lontana, è pure acerba. Alla fine, se prendiamo i pittori del 1200, vediamo che è tutto un disegnare mantelli blu lapislatzu perchè era un colore raro, insieme al rosso porpora (non è che i colori andassero di moda tra i santi , i preti e la Vergine, venivano vestiti così perchè faceva figo avere un mecenate che ti pagava i colori costosi) e quindi tutti giochi di luce sul mantello, fateci caso se vedete i vari quadri nelle chiese. Insomma, dopo aver rinnegato questi secoli di arte, devo dire che quella dal 1500 in avanti era tutta un'altra cosa.
Però il fatto di non avere la stessa maestria di Caravaggio nel gioco di luci e ombre mi faceva alquanto incazzare, insomma anche io ho dieci dita come lui e gli strumenti tecnologici sono sicuramente migliori adesso, non credete?
Eppure niente.
quindi?
Arriva l'illuminazione: forse è perchè non so disegnare?
Non ho idea della prospettiva cosa sia, è scritto nei manuali però non ci ho capito nulla.
E le proporzioni? Per me il massimo delle proporzioni è una donna di un metro e settanta che ha la terza. Wow.

Insomma, messi i colori nella scatola , il cavalletto british nella custodia (a questo ci ha pensato la mia lei, senza dirmelo, così non occupava più spazio, e riposti i vari manuali a fare spessore nella libreria,
si è definitivamente spento in me il fuoco di questa arte.
Occasione persa? Per me o per l'arte?
Forse il mondo non potrà mai ammirare un Gegge, ma continuerà a girare lo stesso.
tornerò ad esprimermi con la scrittura.

ps sapete come si diventa venditori su ebay?

;P










lunedì 27 gennaio 2014

Ansia (indotta dagli altri) sul matrimonio #1 l'abito dello sposo

Allora, premetto che fino ad ora ogni volta che, nel girare tra i vari blog, mi è capitato anche solo di leggere un titolo inerente ad i preparativo su di un matrimonio, in qualunque qualità vi si partecipi, una strana ed istintiva allergia ha portato a gonfiarmi le gonadi e interrompere la lettura dopo , al massimo , le prime tre righe. Quindi se non siete arrivati a leggere queste parole che adesso scrivo , sappiate che non me la prendo affatto. Però magari a qualcuno di voi piace il mio stile (se così si puo' dire) e quindi , coraggioso, prosegue. Sappiate però che, alla fine della lettura, non potrò rimborsarvi in alcun modo i minuti di vita persi.

fatte questo doverose premesse, iniziamo.

Quando capita che devi sposarti tra soli 3 mesi , succede che le persone che incontri o frequenti , come argomento di conversazione, abbiano gioco facile a chiederti a che punto sono i preparativi.
A questo punto, visto che tutto sommato il grosso è fatto, dovendo solo limare alcuni piccoli ed insignificanti dettagli quali la scelta del prete celebrante, dell'abito , del fotografo si - fotografo no col cacchio che pago tutti quei soldi , delle bomboniere , del viaggio di nozze , rispondo sereno che tutto fila bene, piano piano, come piace a me. Una cosa alla volta, senza stressarmi troppo.

succede poi che il curiosone di turno voglia andare un po' più a fondo, trovando nella maggior parte dei casi assurda la mia serenità e calma. A parte che è il mio stile di vita , quando non sono all'opposto ansioso , comunque la domanda più frequente è quella sull'abito.
A chi dico che non sono ancora andato a guardare  la cosa sembra assurda. Alcuni mi guardano come se stessi mangiando del gelato al puffo.
"Ma come???Ancora no?? Guarda che è tardi! Io l'ho scelto un anno prima!"
"?? E perchè?"
"E perchè ci devi fare gli aggiusti, il modello poi, lo devi scegliere, deve arrivare..."
"Cosa?"
"eeeehhh, secondo me non ce la fai, non lo trovi!"

Ora, io non conosco la quantità di abiti presente nei vari negozi italiani, però mi sembra alquanto improbabile che io non riesca a trovare un solo abito da indossare, di quelli che vai lì, dici "questo va bene!" e loro te lo vendono. Forse la mia visione è eccessivamente semplicistica, superficiale, irresponsabile, direi quasi.

Vabè , comunque alla fine, frutto anche di questa ansia indotta, sabato scorso abbiamo deciso di dare una occhiata generale, almeno per farsi una idea, che io proprio non ne avevo.
Non mi ero nemmeno soffermato sul colore, figuriamoci il modello.
Andiamo, ovviamente, figuratevi se il Cagnaccio si lasciava sfuggire l'occasione.

Arriviamo in questo negozio specializzato, preoccupandoci di avvertire qualche ora prima, per prendere appuntamento che in queste cose sembra sia giusto farlo, non è che puoi andare lì ed essere servito.
Dio, che brutta parola servito, la odio proprio. Ha un chè di antidemocratico.

ma continuiamo, arriviamo, snoccioliamo il nostro diritto di prelazione (non c'entra nulla , tecnicamente, ma ci sta bene) ed ecco una signora gentile cortese che si dedica a noi.
Ecco, è venuto il momento di spiegarle cosa voglio fare.
"non ho la minima idea di come debba essere"
Lei, sorride, esperta , e si propone di farmi fare un giro.
Il Cagnaccio ci segue, un paio di passi indietro, attendendo il suo momento per intervenire.

La prima cosa che mi viene chiesta è se voglio un modello classico o qualcosa di più ... eccentrico, per capirci.
rispondo che va bene il classico, un po' perchè credo costi meno e non voglio spendere una cifra assurda, un po' perchè non mi ci vedo con qualcosa di stravagante addosso.
Il Cagnaccio annuisce silenziosa, ho risposto bene alla prima, evvai!

Poi tocca alla misura. Me ne fa provare una , mi va abbastanza bene.
Interviene , finalmente , la mia lei per ricordare quello che appare chiaro a tutti i presenti, ovvero che sarebbe preferibile perdere un po' di peso.
almeno 5 volte. Ad intervalli più o meno regolari di un minuto e 43 secondi.

Dopo aver provato un po' di modelli, capisco che non mi piacciono quelli lucidi.
E nemmeno quelli troppo lunghi, che ignorantemente chiamo tweet , see , invece è il tuait o come si scrive.
No, quello non mi piace tanto. Troppo british , non credo si adatti a me.
Una giacca normale.
E' chiedere troppo?

Il colore.
Blu, grigio o nero?

Preferirei il nero, non per il fatto che snellisca,  ma proprio per una questione di gusti personali.
Il blu è troppo strano , se non becchi la tonalità giusta, mentre il grigio è troppo cupo, sempre in generale.
Allora prendiamo 4 \ 5 completi papabili, e la commessa mi porta all'interno dei camerini.
Il Cagnaccio deve aspettare di la, su di un divanetto, per poi venire a vedermi già vestito e vedere l'effetto che fa. questa è la procedura del negozio.
Io l'ho sempre detto che "c'è posta per te" influenzi la società italiana molto più di quanto si creda.

Mi provo il primo, è un coso grigio con la camicia bianca , un po' lungo, col panciotto bianco tipo avorio.
E' il primo abito da sposo che provo, e vedermi allo specchio in quella veste mi fa proprio strano.
Non nel senso che sono strano, nel senso che mi vedo strano, è una cosa simbolica, avete capito, credo.
La signora mi guarda, mi sorride e dice che sto bene.
Però il suo giudizio non vale, è il suo lavoro. Ecco , non posso mai sapere se mente una commessa, se è sincera. Magari sta pensando "mio Dio, sembra il frigo che era in offerta l'altro ieri , a proposito chissà se ce l'hanno ancora".Comunque mi ammiro, mentre vanno a chiamare il Giudice Supremo.
Ovviamente non mi aspetto da lei una gran soddisfazione, di solito trova sempre la parrucca nell'uovo.
A me sinceramente piace, anche se contrasta con i propositi di semplicità che mi ero imposto.
Del resto è stato anche detto agli invitati di non vestirsi troppo formali, quindi dovrei adeguarmi al contesto.
Lei inizia a trovare mille difetti, persino il numero di bottoni.
ci rimango un po' male, però tutto sommato ci sta.

Partiamo con la busta numero due. Abito classico nero, con un panciotto e la cravatta bianco tipo avorio.
Me gusta. meno appariscente del primo, ma sobrio ed elegante.
Lei entra , e sembra apprezzare maggiormente. forse già ci siamo.
a questo punto inizia una conversazione sulla necessità di distinguersi dagli altri invitati (letteralmente cito "si deve vedere che sei tu lo sposo, devi usare degli accessori o qualcosa che ti caratterizzi") quindi o invito gli altri a venire in jeans, oppure devo rendere il tutto più strambo.
potrei utilizzare un adesivo con su scritto "Sposo" , per esplicitare la cosa agli invitati che non lo sanno.
Metti che mio suocero si confonda.
O peggio ancora si confonda la mia lei, e si sposi il testimone , in quanto più elegante di me.
Che poi è suo fratello.
Porca vacca.

Il terzo modello, quello più costoso, è per fortuna anche quello che mi piace meno.
vada per il secondo, allora.

Lo prendiamo?
Eh, un attimo, uno vuole pure pensarci un po'.
tra l'altro pure il prezzo va considerato, visto che magari l'abito non costa tanto ma tutto il resto, panciotto e cravatta , alzano di molto la somma.

"Ci penso un po'" le dico, sinceramente interessato.
La commessa ovviamente mi caldeggia l'acquisto al più presto, per poter godere di un prezzo di favore che scade tra pochi giorni.
il Cagnaccio mi lancia la sua tipica occhiata da "non esporti troppo"

Giusto così. Saluto la gentile venditrice, e ci allontaniamo parlottando e valutando.
Seguono altre visite ad altri negozi, di cui non vi parlo perchè più o meno le vicende son simili

comunque non ho ancora preso nulla, anche se ora ho le idee più chiare.




domenica 26 gennaio 2014

Occasioni non colte con le donne # La quarantenne

Non sono mai stato una cima con le donne. Un po' timido, partivo sempre dal presupposto che dovessi  impegnarmi in chissà quale opera di corteggiamento per farle mie.  Adesso sono accalappiato, quindi il problema dell'abbordaggio purtrop   per fortuna non mi riguarda più, però a volte uno pensa un po' al passato e si rende conto di quante altre volte avrebbe potuto andare in goal , se solo non fosse stato così stupido o timido o impacciato. Un coglione, per parlare chiaramente.

Proprio oggi mi è tornato in mente un ricordo, mentre stavo mangiando. Così, ero immerso nei miei pensieri , tra un boccone e l'altro , e improvvisamente la mia mente ha elaborato questo pensiero:

"Oh cacchio , forse quella voleva trombarmi!" 
(ho detto forse,eh).

Torniamo indietro di qualche anno.
All'epoca vivevo ancora a Roma ,ero abbastanza giù in quanto mi ero da poco lasciato con una ragazza di Napoli e mi consolavo pensando che avevo una intera capitale da conquistare.

Ricordo che ero ancora iscritto al corso di salsa, tappa quasi obbligatoria per uno che arriva in una città nuova e vuole trom   fare nuove amicizie ed uscivo con un piccolo gruppetto, con il quale si andava ogni tanto a ballare nei vari locali o in giro, così. Per non farvela troppo lunga, una sera riaccompagno a casa le ragazze, e resto da solo in auto con questa donna. Sulla quarantina, ben proporzionata, un bel seno (chissà perchè si dice così al singolare, quando poi sono due. Cioè dire "un bel seno" non è volgare, ma "due belle tette" invece si? stranezze della dialettica) insomma niente da dire. Però si usciva senza malizia, non è che si erano formate delle coppie. Quindi non avevo mai nemmeno pensato che potesse esserci un minimo interesse da parte sua. Davo per scontato anzi che non ci fosse proprio nulla, anzi al massimo pensavo che volesse farmi apparare con una sua amica, mia coetanea, più o meno , visto che ogni tanto piazzava qualche battutina, anche se discreta, per la verità.
Insomma stiamo in macchina, la accompagno verso casa, arriviamo sotto al portone, e segue un discorso del tipo:

"allora vediamo di organizzare qualcosa in queste serata, dai!"  (lei)
"ma certo, con piacere!Avvisiamo anche gli altri e vediamo, dai!"  (io)
"e vabbe, ma se non vengono possiamo fare anche senza, io non ti mangio mica!" (lei)
  (non ricordo cosa risposi , d'istinto, ma deve essermi uscito qualcosa del tipo: )

"eh, si,ok, vediamo! ...."

"..." (lei)
"ok, allora a presto!Ciao!"
"Ciao!"

...e me ne vò.

Poi non ho più pensato a quella conversazione, che tra l'altro magari non voleva essere nulla più che un invito di cortesia o piacere, senza secondi fini. Davvero, proprio zero. Rimosso.

Passano gli anni, la vita divide i rapporti non importanti, scorre, e per uno scherzo della mente, mentre sto magnando, con il bastoncino cinese ancora a mezz'aria , ed il sushi a pochi centimetri dall'essere triturato, ecco il pensiero improvviso:

""Oh cacchio , forse quella voleva trombarmi!"
(ho detto forse,eh).

Ovviamente non lo saprò mai. così come non saprò mai cosa sarebbe successo quella sera se avessi risposto in maniera un po' spavalda, ammiccando, provandoci , insomma.
Boh.

Ecco come avrei potuto rispondere, con più freddezza:

(lei) "Oh, ma io non ti mangio mica!"

opzione 1 ) "  MAGARI!! "
opzione 2)  " Ci stai provando con me, baby?"
opzione 3) " Casomai sono io che mangio te..."
opzione 4) " BUON APPETITO!!!"

Come sarebbe andata a finire?
Boh, o non l'avrei più vista, sarebbe scesa dalla macchina infastidita (comunque non la vedo più, quindi valeva la pena provarci) o avrebbe sorriso e poi non continuato, per lasciarmi a schiattare e poi gestire la situazione come preferiva lei, oppure ci sarebbe stato il lieto fine zumzumoso.

in ogni caso non lo sapremo mai. Questo per dire, miei lettori single, non siate timidi , e CARPE DIEM!
Quelli che trombano di più non sono nè i più belli , nè i più simpatici affascinanti o altro.
Sono quelli che sanno cogliere l'attimo.

comunque, se fosse andata in porto, ora avrei soddisfatto una delle classiche fantasie che in genere ha un ragazzo più o meno della mia età. Ora per andare con una 40enne devo aspettare che la mia ragazza invecchi. E vabbè.




giovedì 23 gennaio 2014

Il problem creating

Tempo fa lessi su internet una tizia che, descrivendosi, tra le altre minchiate diceva di avere doti di problem solving (scusate dovevo metterci le virgolette, visto che è una citazione. Pensate quanto sono pigro, pur di non premere il tasto indietro con l'anulare destro preferisco aggiungere lettere su lettere, ecco ho scoperto di avere l'anulare pigro.) comunque sto fatto che esiste una classificazione di gente come "problem solving" mi ha colpito. Un po' io penso di essere problem solving, che traduco come "risolutore di problemi" anche se magari non è corretto, non c'entra nulla e sto facendo una figuraccia , che non so l'inglese (veramente manco l'italiano, a volte) . Ed è bella sta cosa, non fosse altro che però io credo anche di essere un problem creating (sentite , facciamo che ci sono sempre le virgolette, eh ) nel senso che creo un milione di problemi, sul fatto x analizzo con la mente i possibili scenari, mille possibili scenari, tutte le variabili del mutiverso in base al battito d'ali della farfalla (per gli amici nerd) insomma mi faccio quelle che volgarmente vengono definite pippe mentali. Almeno quelle fisiche danno piacere, questa attività di creare problemi sempre e comunque alla lunga porterà il mio cervello a mandarmi affanculo.
Da un lato è positivo, perchè poi quando si realizza effettivamente il nefasto scenario da me prefigurato, sono gia' pronto con quella che ritengo essere la soluzione, non mi ci trovo impreparato.
Dall'altro però la cosa non va bene, in quanto la proporzione delle volte in cui mi sono angustiano per nulla è nettamente superiore. A cosa conta poi dire "eh iolo sapevo!" se poi la maggior parte delle volte non ero tenuto a saperlo?

Insomma, è un gran casino.
Anzi, un problema.

giovedì 9 gennaio 2014

Io e l'Ombra del vento

Ho appena finito di leggerlo.
Con "appena" intendo dire che da quando ho sfogliato l'ultima pagina a questo istante in cui ho iniziato a scrivere il post che state leggendo son passati giusto i minuti necessari a far accendere il mio computer.
La voglia di scriverne, di parlarne, è stata quasi febbrile. Il Cagnaccio, che lo aveva già letto e poi posato in libreria , non è in casa al momento ed io ho bisogno di dire a qualcuno, fosse anche un ipotetico lettore di questo stupido blog, quanto sia stato bello leggerlo.

Ho trovato questo libro per caso, sullo scaffale del mobile Ikea che comprammo in occasione del trasloco , dove io ho messo i miei fumetti e libri universitari e lei le cose che aveva letto prima di conoscermi.
Un giorno , non ricordo nemmeno perchè - probabilmente ero semplicemente annoiato - mi venne la curiosità di passare l'indice lungo tutti i vari titoli, per vedere se ci fosse qualcosa di interessante.
"L'ombra del vento".
 Massì, dai.
E lo presi, proprio come il protagonista della storia. Non era il cimitero dei libri perduti, ma un mobile bianco dall'impronunciabile nome svedese, ma solo ora che l'ho finito capisco che era la stessa cosa. Quel libro io dovevo leggerlo, prima o poi.

E queste sono le uniche cose che vi accenno di tutta la trama, perchè non farei mai la cattiveria di rivelare particolari o altro a chi,un giorno, potrà trovarsi a leggerlo.
Me lo son goduto a poco a poco, letto in poco più di tre settimane, con intervalli di diversi giorni. Non perchè non mi prendesse, anzi, ma perchè leggevo di notte, prima di addormentarmi, ed ero stanco.
Ma la volta dopo, nel letto, ricordavo perfettamente i dettagli assimilati ore e ore prima.
E' un libro pieno di misteri , detto in maniera eccessivamente semplicistica.
I personaggi sono fantastici, ho adorato Fermin ma sinceramente sono tutti caratterizzati benissimo.
La trama....la trama è eccezionale. Un puzzle perfetto, un orologio con tutti gli ingranaggi al posto giusto.
C'è azione, divertimento , intrigo , passione , nostalgia , profondità , direi a tratti anche magia.
L'ho finito, e mi sono emozionato. Mi è venuta voglia di piangere. Un po' per la storia , che mi ha commosso come ti commuove la chiusura di un qualsiasi percorso che hai intrapreso con interesse , un po' per il piacere di aver vissuto questa esperienza di lettura.
Mi sembra quasi di sapere che non leggerò mai più niente di così perfetto.

Ovvio, lo pensai anche con Harry Potter, tempo fa, ma stavolta credo sia diverso.
Ovviamente spero di sbagliarmi, eh ;P

comunque se avete del tempo libero e state pensando di prendere un libro, il mio consiglio ve l'ho dato.






martedì 7 gennaio 2014

Tra le cose (ilmioaddioalcarboidrato)

Tra le cose che uno deve fare quando mancano 4 mesi al suo matrimonio (aaaaaaaarrrrrggghhhh) c'è sicuramente quella di mettersi a dieta , visto che non è socialmente accettato limitarsi a comprare un vestito di una taglia più grande. No, devi essere in forma, quel giorno sei tu la star , poi ti fai le foto ecc ecc

Tra le cose che uno deve fare quando si mette a dieta c'è sicuramente quella di ridurre il consumo di carboidrati (aaaarrrrgggghhhh) che insieme alla patata (appunto) al calcio ai fumetti è una delle principali passioni di me medesimo italiano medio forse ma non credo il medio deve essere per forza un po' peggio.

Tra le cose che uno deve fare quando deve ridurre il consumo di carboidrati c'è il fatto di organizzare un "addio al carboidrato".
(la definizione geniale non è mia, l'ho letta in una vignetta pubblicata su Internazionale,era di Makkox , onore alle fonti, prima di tutto)

Dicesi "Addio al carboidrato" un evento nel quale si fa un consumo becero dello stesso, al fine di stommacarsi ed arrivare a fine serata al punto che uno dice "non ne voglio più, sto apposto per mesi!"
che poi ovviamente non è vero, al massimo il senso di basta dura un paio di giorni e poi si ricomincerebbe volentieri.

Ok, ma come organizzarlo questo evento? Pasta? Pizza?
Non volendo cucinare (ma soprattutto poi pulire) si opta per la pizza. Anche se siamo a Milano, diciamo che avrei fatto meglio ad organizzarlo a Napoli , ma vabbè.
Giropizza , quel fatto che vai lì e ti portano tutte le pizze che vuoi, fino a quando non esplodono i bottoni della camicia o vomiti sul pavimento del locale.

Mi servivano un paio di prodi compari, per vivere tale avventura.
Siccome avevo deciso all'ultimo, qui a Milano se avvisi la gente con solo 6 ore dall'evento nessuno riesce a darti la disponibilità. Uno addirittura aveva la febbre, poi mi deve portare il certificato.
Gli altri erano a fine vacanze, volevano riposarsi, manco dovessero cucinarle loro.
Insomma avevo a disposizione come compagni di porcata solo il Cagnaccio ed una sua amica.

Andare ad un giro pizza con solo due donne è dura. Lasciamo il fatto che hanno parlato tutto il tempo solo di shopping, acutizzato dai saldi e dei mille affari che sono convinte di aver fatto, non è che ti diano una grandissima mano. Ci sediamo, arriva il cameriere, gli diciamo di partire pure.
Mentre si confrontano su gonne e jeans vari a prezzi stracciati come i miei coglioni in quel momento, arriva la prima pizza grande. Ah, vi premetto che avevo personalmente chiesto al cameriere "per favore, vanno bene tutti i gusti, tranne la crema di tartufo che non mi piace l'odore ed i carciofi, che non mi piacciono quelli che prendete voi" (no, quest'ultimo dettaglio credo di averlo omesso)
Insomma arriva sta pizza, tre gusti con tre fette a gusto.
La quattroformaggi, una diavola non troppo piccante per fortuna ed una con le olive.
Il pizzaiolo vuole stremarci subito, suppongo.
Eppure indomito procedo e faccio la mia parte. Le ragazze sono un po' in difficoltà, ma devo dire che svolgono bene il loro compito, spazzolando le loro 3 fette.
Vedete, l'importante durante il giro pizza è finire tutto, così provi altri gusti.
Se invece ti fermi subito, hai provato un po'di cosette e basta.
solo che in 3 è difficile andare avanti, soprattutto se gli altri due non sono professioniste, per fortuna loro.
Nel momento in cui la testa rotonda è piena, arriva il cameriere , e ti chiede se è tutto a posto.
La richiesta in realtà è un'altra: Andiamo avanti?

Gli faccio un cenno di intesa, del tipo "eccerto, vai pure!Altrimenti ci prendevano una pizza normale e basta."
Lui parte e dice al pizzaiolo di fare un altro giro.
Le ragazze sono un po' gonfiette, fanno l'errore di bere della birra, che credo gonfi un po'.
Io vado di acqua frizzante, che sono pure astemio.

Arriva la seconda teglia.
Qui il cuoco gioca sporco, per stremarci.
Una parte pancettaesalsiccia , un'altra wrhustel o come si scrive e prosciutto cotto, l'ultimo terzo con peperoni e funghi.
Ok, vuole dare subito il colpo di grazia, così poi ci sciacquiamo dalle scatole.
Prima di iniziare mi volto a guardarlo, per dire che raccolgo la sfida.
Lui non risponde al mio sguardo, è al cellulare.

Parto con quella con le salsicce, buona. Le ragazze lo capiscono, e mi seguono, pregustandola già come ultima. forse stanno pensando ai capi di abbigliamento che hanno comprato, e vorrebbero entrarci ancora.
Mi rendo conto che questa battaglia presto dovrò proseguirla da solo.
Ed assaggio quella al prosciutto.
Mmm non era tanto buona, davvero.
Ma non posso dirlo, altrimenti queste non se la mangiano.
Io non ci avrei messo i whrustel o come si scrivono. Quelli al massimo sulla pizza stanno bene con le patatine. O con i friarielli, và.

I friarielli. Mmm. Inizio a pensare a quanti gusti non ci sono stati portati, che avrebbero reso meglio.
Margherita , salsiccia e friarielli, quella con la ricotta, cotto e mais , marinara, cotto e funghi, gamberi e rucola, pomodorino, insomma andava bene tutto, tranne quella.
E' che con sto giropizza non è che puoi scegliertele tutte, quindi se siete in tante e una non ti piace passi, altrimenti niente.
Maledico i pavidi che non hanno accettato di venire, ed osservo le mie commensali che non ce la fanno più.
Mi offrono gentilmente gli spicchi restanti.
Mi volto verso il pizzaiolo, e mi sembra di scorgere un sorriso beffardo.
Dovevo venire insieme a quello di Man vs food , se non è già morto di colesterolo.

Ma ormai è andata così. Termino da solo la seconda teglia, e propongo alle ragazze, senza convinzione , di continuare. Niente, non ce la fanno.
Da solo non riuscirei a finirla. Ma fermarsi a due non va bene, la dai vinta al locale.
Mentre il cameriere arriva, mi viene in mente l'idea per un compromesso che abbia il sapore almeno del pareggio. "Sentite ragazze, la prendiamo una con la nutella? Pure più piccola?"
Loro si guardano, con la faccia mmmperchèno , ed io le guardo pensando bruttemerdelanutellac'entraelasalsicciaepatatinenoeh? 

Arriva al tavolo il cameriere e (o aproposito, ma lo state davvero leggendo tutto sto post? E' duro il rientro a lavoro dopo le feste, eh?) gli dico tipo "Una un po' più piccola, con la nutella" e le ragazze, traditrici, addossano su di me la scelta. Cosa vera, ma non si lascia un compagno di addioalcarboidrato da solo con l'imbarazzo dell'ordinazione. Soprattutto se poi ve la magnate la pizza con la nutella, a'nfamazze.

Lui dice che non hanno la nutella, ma solo cioccolata.
Finezze che non ci interessano, procedi pure.

Arriva sta terza teglia, con anche delle fette di mele.
E' un segno di rispetto da parte del mio avversario pizzaiolo.
Mi volto , e gli lancio lo sguardo "ok, amico, puoi riposarti adesso."
Lui sta sempre al cellulare.

Arriva sta pizza divisa in quattro, e vaffanculo che lascio ad una di loro la quarta fetta, pur non essendo io un amante della cioccolata. Ma ho giocato bene la mia carta.
Le panze sono piene, l'onore è salvo.

Da oggi si inizia, seriamente , a fare la vita sana.
Vado pure in palestra, stasera.

Eh, devo smaltire un po', mi sa.