domenica 6 aprile 2014

Racconto - Addio al celibato praghese

Erano da poco passate le ventidue, ve lo posso dire con certezza visto che un paio di minuti prima avevamo visto, per la terza volta in un giorno , il meccanismo del famoso orologio, nella piazza principale della città. Per quanto lo stesso ci avesse - francamente - un po' deluso , ogni volta che ci trovavamo a passare nei dintorni quando mancava poco all'ora esatta continuavamo ad appostarci con altre decine di turisti sotto alla torre. Del resto è vero che la città è piccola e la giri tutta in due giorni.
Con gli stomaci pieni di birra e di stinco di maiale , del prosciutto tipico della zona e di qualche dolce con il nome irriproducibile , avevamo finalmente iniziato a scoprire la vera Praga, quella per cui ogni anno milioni di turisti smuovono le loro chiappe nel fine settimana e vengono a visitare quella che altrimenti sarebbe considerata solo una città molto bella, anche se piccola. Una città per coppie.
Tipo Vienna, và.
Sto parlando di ciò che muove davvero l'economia del posto, ovvero la patata.
Camminiamo per piazza San Venceslao , che in realtà sembra più una via, visto che è lunga e larga, ma visto che a loro piace considerarla una piazza chi sono io, turista, per contraddirli a casa loro?
E' una serata non troppo fredda, le strade sono meno affollate di quello che credevo, per essere un venerdì.
Ogni tanto vediamo qualche gruppetto di turisti, visibilmente ubriachi , camminare con fare incerto e parlare con un tono alticcio, che sembra quasi minaccioso. Del tipo che potrebbero improvvisamente decidere di organizzare una rissa contro 5 italiani, giusto per smaltire un po' di birra (o altro).
Ovviamente sono solo mie paure, purtroppo quando uno è un po' ansioso non lascia certo questi timori a casa , ma se li porta dietro. Così come sembrano minacciosi questi tizi, presenti ad ogni via che incrocia la piazza, che tecnicamente svolgono la semplice funzione di buttadentro.
Ce ne sono in tutto il mondo, di solito li trovi fuori ad un ristorante che ti chiedono se vuoi entrare o fare l'aperitivo. Solo che qui il prodotto che offrono è un po' diverso , ed i loro modi non sono tanto formali.
Organizzati quasi militarmente, tanto da trovarne uno circa ogni dieci metri , puntano la comitiva di turisti e si avvicinano come fossero degli spacciatori di chissà quale sostanza.
ti salutano in inglese, fino a quando non capiscono da dove vieni.
Quando ci sentono parlare capiscono subito che siamo italiani , e partono con il "cccciaooo amico!".
Ci manca solo che si mettano a suonare il mandolino.
Vista la costante offerta di "clientela" italiana, a quanto pare sembra essere condizione necessaria per essere assunti la conoscenza almeno basilare della lingua del bel paese.
O almeno di una decina di termini professionali.
"Free Bocch*no!"
"Vuò  c**avare?"

Lo urlano proprio ad alta voce, senza ritegno. Sorridendo, come a dirci "eh , belli puorchi!"
Gli rispondiamo di no, li ringraziamo pure, che magari si incazzano.
Ci spiegano poi che se uno vuole puo' anche solo vedersi gli spettacoli, bersi una birra.
Anzi minimo tre. A quanto pare c'è una specie di cartello, visto che il prezzo (in corone) è un po' lo stesso ovunque. E la consumazione (di bibite intendo) è compresa nel prezzo.
Ci consultiamo un po', chiedendo tempo.
Al limite passiamo dopo , ok?

Il fatto è che non siamo venuti qui per andare a donnine. cioè , una capatina nei locali di strip era in programma , altrimenti perchè venire fin qui?
del resto in una occasione come un addio al celibato è persino socialmente accettato.
quelle cose che puoi fare, come le femmine che l'otto marzo saltellano sbavando dietro un tizio oleoso e un po' palestrato. Però siam tutti impegnati , oltre al fatto che non pagheremmo mai una donna.
chiarito questo, due tettine ben fatte (o rifatte) si possono pure vedere, però.
solo che qui bisogna fare attenzione a non finire male, visto che le facce dei tizi non sono tanto raccomandabili , e siamo in territorio straniero. Magari finisci nei guai, e la farnesina non è che sia proprio una potenza nel riportarti a casa.
Ovviamente questi sono altri miei deliri ansiogeni, eh.
Alla fine decidiamo di andare nel locale più famoso, o almeno il più pubblicizzato. sulla locandina (almeno una delle almeno venti che ci sono state distribuite ad ogni ora) c'è scritto che ci sarebbero almeno un centinaio di ragazze. Dalle foto sembrano pure tutte wow.
Ora, uno conosce i meccanismi della pubblicità. Un po' come i panini di mc donald , che in foto sembrano enormi ed invece poi due morsi ed è tutto finito.

Mentre ci incamminiamo veniamo fermati da un altro tizio, che ci invita ad entrare nel club lì vicino.
ci dice che possiamo anche solo entrare, vedere se ci piace il posto, e poi decidere se rimanere o no.
Un po' sospettosi - che ne sai metti che ti sequestrano? - alla fine decidiamo di fidarci.
Lui ci "consegna" al tizio all'entrata, un omone di quelli che se ti urta per strada e sei ancora vivo gli chiedi te scusa.
Scendiamo le scale e ci troviamo in questa triste sala, con le luci al neon i divanetti e le poltroncine accanto allo spazio con i pali, dove si esibiscono le ragazze.
Solo che la musica è moscia, dentro c'erano una ventina di ragazze, pure meritevoli , per carità, ma poca gente. Insomma era un mortorio. Nessuna ballava, sembrava stessero parlando tra loro di quello che devono cucinare domani a pranzo.
Pochi clienti, atmosfera desolante. Dopo una veloce fugace occhiata, abbiamo l'ardire di ringraziare ed allontanarci. tutto ok, ci lasciano andare via.
niente sequestro.
Uff.

Dentro ovviamente non avevamo parlato tra di noi, ma ora , per strada, iniziamo a commentare e ci troviamo tutti d'accordo sulla tristezza di quel posto. Sperando che non fossero tutti così squallidi , ci incamminiamo verso questo posto superwow , almeno in base a quello che dice il depliant.
durante il tragitto, dopo aver declinato le offerte gentili ("free bocc***o" è tornato, non ci ha riconosciuti)
veniamo fermati dal buttadentro del locale che cercavamo. ci spiega un po' come funziona, ci sente parlottare a capisce di aver quagliato.
"ok, andiamo!" gli diciamo.
camminiamo al suo fianco, anzi lui leggermente avanti, e nessuno più ci infastidisce. Siamo già "prede" di uno. Valeva la pena dirgli di si anche solo per questo.
per strada si incontrano anche delle prostitute ("Italiani?Vieni quiii" ... oddio , ma a che tipo di connazionali sono abituati qui?) che non credevo di incontrare. E' un po' come mettersi con un chiosco abusivo in una zona di ristoranti.
Il nostro Caronte cammina aumentando il passo. Ormai non ci dice più nulla, non deve fare il simpatico, ha fatto il suo. Nemmeno il tempo di pensare che "ora ci porta nel vicolo e poi caccia fuori un coltello" , che ci passa ad un altro tizio. Italiano. Pure simpatico.
"Ciao ragazzi!" e ci dice il suo nome, che non ricordo.
ci spiega un po' come funziona all'interno, stesso meccanismo di prima. giro, se ci piace ci fermiamo, altrimenti amici come prima.
Sembra un bravo ragazzo, parla chiaro. Ha capito che siamo qui solo per divertirci, senza eccessi o altro.
Ha la nostra fiducia, entriamo sereni. Ci dice che è il locale più famoso, quello più affollato, con le ragazze migliori ecc ecc.
E' un po' quello che dicevano tutti, ognuno porta l'acqua al suo mulino, ovviamente.
Ma stavolta aveva ragione.
quanto aveva ragione.






-fine prima parte-





8 commenti:

Davide CervelloBacato ha detto...

Oh OH ohhh gegge porcellino! :D Come sai ho una suinità piuttosto elevata, sono curioso di leggere il resto xD

gegge ha detto...

cervelluzzo il meglio deve ancora venire... se anche altri lettori lo chiedono continuo la narrazione con piacere!

(..voglio sempre farmi pregare ;P )

kermitilrospo ha detto...

io mi immagino più una scena del tipo Fantozzi, Filini e Carboni al night club!

gegge ha detto...

eheheh Kerm , sarà un horror , a dire il vero ;P

Anonimo ha detto...

Intanto grazie per avermi fatto ricordare la mia gita del liceo a Praga :-D alcol e maria a non finire, devasto totale!

poi sì che vogliamo sentire il resto, che ci molli così?

gegge ha detto...

Ma no, è ovvio che continuo... ripeto , mi piace farmi pregare.
ehhe ma gite facevate?

;)

Anonimo ha detto...

E' la tacita legge della gita di quinto superiore. E' sempre così, i professori fingono di non vedere che hai gli occhi rossi e lucidi oppure che fai fatica a coordinare i movimenti :-)

Anonimo ha detto...

Ahahaha sembra la sceneggiatura di un film e io non posso uscire dalla sala senza sapere il finale :-D