lunedì 16 luglio 2012

Il Kimono ed il bambino che sognava il pallone

Quando ero piccolo a papà venne l'ingrippo di iscrivere me e mia sorella a Judo. Avrò avuto più o meno  11 anni , ero un bambino che passava ore sotto casa a giocare a pallone , guardava in tv tutto ciò che fosse calcio e parlava sempre di calcio, nel Commodore 64 aveva un solo gioco, quello appunto sul calcio.
E mio padre mi iscrive a Judo.
(a lui il calcio non piaceva)
Insomma, tutti i miei coetanei andavano a scuola calcio , divenendo bravini (alcuni bravi) e potendo sfoggiare anche le loro doti nelle partitelle tra amici, ed io restavo uno scarzone.
E' l'unica cosa, davvero l'unica, che mi è un po' mancata da piccolo. Ma mio padre si era ingrippato per il Judo. Che poi non sarebbe nemmeno tanto male , come sport, anzi.
Solo che da piccolo, a meno che te non abbia la passione , non sei in grado di capirlo. Poi magari passa qualche anno, vedi tipo Dragon Ball e inizi ad apprezzare i combattimenti ecc.
Perchè è davvero un bello sport, solo che come tutte le cose va fatto con passione, o almeno con voglia.

Comunque andiamo a prendere sto Kimono , tutto bianco (all'epoca c'era il film "il ragazzo dal Kimono d'oro , tutto figo, e non capivo perchè dovevo averne uno bianco) e andiamo a sta palestra.
Come vi ho anticipato, anche mia sorella era stata iscritta coattivamente. Lei ha un anno meno di me, ed i miei genitori han sempre avuto la predilezione per farci fare le cose insieme, quando possibile.
Col risultato che lei era "costretta" a fare cose un po' da maschiaccio , per fortuna che non decisero di iscrivere me a danza. Comunque iniziamo sto corso, ovviamente da cinture bianche.
Il maestro era un tipo simpatico, gli altri partecipanti più o meno avevano la nostra età, qualcuno più qualcuno meno. All'inizio si faceva la classica corsetta-giro della palestra, con riscaldamento ecc e poi ci si divideva ed iniziavamo a provare le mosse. Sinceramente ne ricordo pochissime, un paio al massimo. Comunque la cosa peggiore di questa esperienza era quello che succedeva in macchina, al ritorno: Papà si improvvisava Maestro Miyagi , e si prodigava in consigli e critiche del tipo "devi stare più concentrato, Gegge-San! " oppure "più aggressivo, più cattivo!" . Il male dello sport italiano sono i genitori che assistono al corso dei loro figli. Nel calcio accade anche di peggio, ve lo posso assicurare, c'è gente che dà un esempio pessimo ai propri figli, criticando e insultando i poveri arbitri (anche loro di solito coetanei dei ragazzini) ed incitando alla violenza. Perdono la testa, non dovrebbero nemmeno farli entrare negli spalti.
Papà invece si limitava a dare dei suggerimenti ed a rompere un po' le scatole, nulla di tremendo , solo che te sei piccolo, ci terresti a farlo contento, renderlo orgoglioso ecc e quindi ci rimanevi male.
Davvero, non vedevo l'ora che finisse sta specie di processo del lunedì, meno male che all'epoca non erano così diffuse le videocamere, altrimenti immagino ci avrebbe costretti a rivedere i video dei combattimenti ehehehe
Metteteci poi che mia sorella era un fenomeno, inaspettatamente, avreste dovuto vedere come buttava giù la gente, roba pazzesca. Io invece sapevo almeno cadere bene al tappeto (giuro che così mi disse il maestro,una volta.) Ma il vero problema erano i vari "Tornei di Natale" oppure Tornei a caso che ogni tanto si facevano. Una volta chiamarono a casa , per chiedere quanto pesassi (ti dividono in base al peso) mia mamma non ricordava bene e disse un peso approssimativo, ovviamente per eccesso, così il giorno della gara mi ritrovai nella categoria di alcuni coetanei bestioni che erano almeno un terzo più grossi di me. Senza contare che noi avevamo un corso che sembrava una scuola privata per studentelli privilegiati, dato che ogni 3\4 mesi ci facevano fare l'esame per passare di cintura, e che non si veniva bocciati quasi mai. Il risultato è che ti ritrovavi ad essere cintura verde (VERDE!) e non saper competere con altre cinture gialle. Comunque a casa dei miei abbiamo un paio di coppe ( di mia sorella) che sono piene di medaglie di partecipazione (mie) e dovrebbe esserci addirittura un terzo posto conquistato da me (eravamo in quattro a competere).

Crescendo , anche se non praticavo più tale sport , ho rivalutato il Judo e mi è persino venuta voglia di iscrivermi daccapo , anche se poi non ne ho fatto più nulla. Peccato, forse ero stato motivato male , avrei potuto diventare bravino dato che la stazza fisica ce l'ho.
E' che uno che viene obbligato a fare qualcosa poi non si rende nemmeno conto della fortuna che ha, in relazione alla possibilità di poter praticare sport. Alla fine nella vita qualche soddisfazione l'ho data a mio padre, anche se suo figlio non sarà mai un olimpionico in Kimono. Ormai se ne è fatto una ragione, speriamo non avanzi speranze in futuri nipoti.

 Comunque poi a scuola calcio non mi ci sono più iscritto, e son rimasto uno scarzone. Però a questo ho ovviato trovando amici ancora più scarzoni di me, permettendomi di fare prestazioni dignitose alle varie partite di calcetto.
;p

3 commenti:

Vanessa ha detto...

Davvero un bel post! Ma in tutto quanti anni è andato avanti questo discorso del judo? E col senno di poi, avresti preferito un corso di danza, anche moderna?

kermitilrospo ha detto...

confermo quanto detto sui genitori alle partite di calcio dei piccoli, una cosa vergognosa.

N2O ha detto...

è vero,uno sport ho c'hai la passione o lo fai col mal de panza.
io ho fatto equitazione per tanto tempo (e mi manca da morire) e ho visto dei genitori fare delle cose pazzesche... urlare a ragazzini di 8 anni che se avevano perso era colpa loro e che gli avrebbero portato il pony al macello...