domenica 22 aprile 2012

Parodie dei classici - Vol 1 Dafne e Apollo

Tempo fa scrissi diverse riletture dei classici , provando a parodiarle (ed in alcuni casi attualizzarle)
Ve ne propongo una qui, poi se piacciono ogni tanto vi snocciolo le altre per i giorni in cui non ho tanta ispirazione. E' che il riciclaggio è in fondo è utile.

Inizio con una a caso,       DAFNE ED APOLLO

Dafne,figlia di Gea e del fiume Peneo era una giovane ninfa che passava il suo tempo a cazzeggiare nella quiete dei boschi.L'amore non le interessava,tutto quello che voleva era correre libera tra i prati,fare la pipi all'aria aperta e sentire il vento che le accarezzava i capelli. Purtroppo un giorno questo idillio fini...
E tutto per il capriccio di due dei: Apollo e Eros. In realta' distribuirei equamente le colpe tra la vanità dell'uno e la permalosita' dell'altro. Ma esponiamo i fatti: Apollo riesce ad uccidere il mostruoso serpente Pitone e prende e se ne va bullandosi per tutto l'olimpo. Dato che nessuno gli chiedeva "Apollo ma che hai fatto ultimamente? Per caso hai ucciso qualche mostro di quelli massicci?" Apollo comincio' ad avvicinarsi lui alla gente. Ad un certo punto vide Eros, intento a costruire un arco, e decise di prenderlo un po' in giro. "Ue' , Eros, tutto a posto? Mi canti  "Piccola pietra"? Costruito qualche bell'arco ,ultimamente?Vai a fa'l'olimpiadi?" - "Lassame sta'", rispose il figlio di Venere,"non vedi che sto lavorando?IO!"
Allora Apollo comincio' a vantarsi dell'uccisione del pitone con frasi del tenore "Eros te non saresti capace di uccidere nemmeno una lucertola...ma te nella vita cos'è che hai combinato fino ad oggi?"

 
Insomma dopo un quarto d'ora Eros aveva gia' le palle piene e medito' ad un modo per vendicarsi.Dato che stavolta si era preso collera in maniera pesante,decide di cacciare fuori la cazzimma: Prende una freccia delle sue classiche, quelle che fan nascere passione, e con essa colpisce Apollo lo sborone, poi ne prende un'altra , destinata a respingere l'amore, con la quale colpisce una ninfa a caso, Dafne.
Da quel giorno non vi fu piu' pace, Apollo inizia a vagare disperatamente per i boschi,organizza serenate, cenette romantiche a cui Dafne non si presenta,insomma le corre dietro come un pazzo,ma Dafne picche.Apollo va pure su fb a cercarla, la trova nel gruppo delle Ninfee , costringendola a cancellarsi dopo una ventina di messaggi in una sola ora. "Ma io sono un Dio..." diceva Apollo, per far colpo. "Si, sei nu ddi'e' scassapall,vattene!" Replicava la donna,scappando. Lui inizia a seguirla ovunque,anche su twitter.
Ad un certo punto Dafne, che non aveva preso la gatorade, comincio' a rallentare e Apollo la stava per raggiungere. Allora Dafne , pur di non cadere nelle grinfie del dio, chiede a suo padre o alla madre Gea di mutare il suo aspetto, dato che la sua bellezza le stava costando tanto dolore. "Preferisco addiventa' nu purp ca asci cu tte'" penso'. (purtroppo molte donne arrivano anche oggi a maledire la propria bellezza, quando essa è fonte di molestie da parte degli uomini,soprattutto quelli rozzi, ma non è questa sede per discorsi seri,comunque c'è da meditare,soprattutto qui è l'attualita' della vicenda, se vogliamo) allora il padre della fanciulla fece le cose per bene, e la trasformo' in una pianta, piu' precisamente in un albero. Apollo , disperato, abbraccio' l'albero...ma non poteva fare altro. non è dato sapere se Dafne si incazzo' col padre, che avrebbe potuto trasformarla in qualsiasi altra cosa,magari una trasformazione temporanea,qualcosa di meno definitivo...ed invece no. Ecco cosa succede quando i genitori accontentano troppo in fretta i figli,senza pensarci.
Comunque da quel giorno Apollo decise di venerare la pianta dell'alloro e da alloro tali foglie sarebbero state segno di gloria da porsi in capo ai vincitori.

Forse se Apollo avesse indossato le mutande il suo corteggiamento avrebbe avuto un esito diverso.

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