martedì 3 aprile 2012

Trappola al primo piano e mezzo

Vi è mai capitato di restare bloccati nell'ascensore?

A me una volta successe, ricordo che era il 6 gennaio e stavo tornando a casa dopo essere stato in giro per diverse ore. Me la stavo facendo sotto (la cosa piccola, non la cosa grande) e per accellerare i tempi , nonostante fossero solo due i piani da salire, decisi di non utilizzare le scale. Destino beffardo volle che , proprio quella volta , l'ascensore decise di fermare la sua corsa dopo aver percorso solo poco più di metà del tragitto. Aspettai qualche secondo , poi premetti - ingenuamente speranzoso – una seconda volta il tasto del piano di destinazione, ma l'elevator proprio non ne voleva sapere di muoversi. Allora premetti il tasto del piano terra ; Se proprio non vuole salire – pensai – almeno mi riporterà dove l'ho preso. Scoprii amaramente che gli ascensori non sono come i pc , che quando misteriosamente si bloccano premi ctrl+alt+canc e si ricomincia come se niente fosse.

Non so dirvi che ore fossero, ma il palazzo sembrava deserto.

Mi accinsi quindi a provare il brivido normalmente proibito di premere il tasto "Allarme".

Vi siete mai chiesti cosa succede in questi casi? Tipo, chessò , arriva una squadra modello S.W.A.T. , si cala il leader dall'alto , tenendosi alle funi, piomba sul tetto della cabina, fa un buco abbastanza largo , ti fa con le dita il gesto col pollice alto a dire "é finita, sei stato forte, ora è tutto ok" e dopo si va tutti a mangiarsi una pizza.

Nulla di tutto questo, si tratta semplicemente di attivare un campanello , solo che il rumore è un po' più fastidioso di quelli classici, e poi aspettare. Cosa? Boh.

Evidentemente non era abbastanza fastidioso, dato che nessuno si affacciava nel pianerottolo a vedere cosa fosse successo. Nemmeno il portiere che, essendo quello un giorno festivo , non era nella guardiola. Mi misi paziente in attesa , con la vescica ora un po' meno paziente, che mi gridava di lasciare al portiere un lavoro extra per domani , come piccola vendetta.

La misi a tacere , non avevo intenzione di cedere così presto alla disperazione.

Starete pensando: "Vabbè , ma un telefono non ce l'avevi?"



Il telefono è la rovina di ogni sceneggiatore da diversi anni a questa parte. Devi sempre inventare una scusa , tipo che non prende , che te l'hanno rubato , che hai dimenticato la batteria a casa.



Il telefono era scarico. Avevo fatto una lunga telefonata , va bene?

E comunque non avrei avuto nessuno del palazzo da chiamare, vivendo da solo e non avendo scambiato mai più di due convenevoli chiacchiere con i vicini.



Ogni tanto premevo nuovamente il tasto di allarme, ma nulla. Sembravo essere il solo ad udirlo.

Dove era Superman? Dove erano i veterinari dell'amaro Montenegro?

Inutile illudersi, non sarebbe arrivato nessuno.

Frugai le mie tasche, alla ricerca di qualche oggetto che potesse essermi utile.

Avevo solo metà bottiglietta d'acqua e i resti della calzetta della Befana, che avevo già quasi finito.

Un ovetto, una barretta di cioccolata , dei biscotti, una bustina di patatine e delle gomme.

Mc Giver avrebbe di certo inventato qualcosa con le gomme e uno qualunque degli altri ingredienti, ma io quando guardavo Mc Giver ero troppo piccolo e non ho mai preso appunti.



Cercai di fare appello alla mia ragione, non dovevo impazzire. Avevo provviste che, razionandole bene, avrei potuto sopravvivere almeno una settimana. Prima o poi qualcuno sarebbe arrivato a salvarmi. Non avevo impegni per la serata, e nessuno sapeva che ero lì.

Quanto avrei dovuto attendere?


Per fortuna che ero solo nella cabina, altrimenti ci fosse stato qualcun altro prima o poi saremmo stati costretti a darci al cannibalismo, come quelli del film in cui cade l'aereo e poi devono mangiarsi l'un l'altro. Homo homini lupus.

Calma. A parte le risorse che ho , avrei potuto bere la mia urina.

Certo , poi avrei vomitato.

Ma mangiando il vomito avrei poi rivomitato, in questo modo avrei potuto nutrirmi per qualche prezioso giorno in più. Era un inverno molto freddo , presto sarebbe arrivata la notte ed io ero uscito senza la maglietta della salute.

In preda ad una crisi isterica, svuotai il contenuto della calza, il mio unico sostentamento , lasciando solo le carte e il bussolotto della sorpresa dell'ovetto.

Passavano i minuti , la disperazione cresceva. Ormai avevo rinunciato persino a premere il tasto di allarme.


No, non potevo cedere così. Quest'anno il Napoli è in champions.


Mi alzai , recuperando tutte le forze che avevo, aprii la porta interna dell'ascensore, che era a scorrimento orizzontale. Entrò un po' di ossigeno.

Potevo vedere la porta del primo piano, era appena sotto del livello cui doveva essere. La maniglia era circa all'altezza delle mie ginocchia. Se fossi riuscito ad aprirla, sarei stato salvo.


Provai a forzarla, ma un qualche sistema di sicurezza le impediva di aprirsi. Da solo non ce l'avrei mai fatta. Mi stesi a terra, pronto ad attendere la fine. Presi il bussolotto di plastica, giocherellandoci. Lo aprii. All'interno c'era una sorpresa. Leggo il libretto delle istruzioni, era un forzatore di porte di ascensore per bambini dai 7 anni in su.

Incredibile, proprio quello di cui avevo bisogno in quel momento!

Seguendo le istruzioni riesco a montarlo in pochi minuti.

Funziona, mi permette agevolmente di aprire la porta. Mi calo e rotolo nel pianerottolo.

Sono sopravvissuto, ce l 'avevo fatta.



Credetemi, sono stati gli otto minuti più lunghi della mia vita.

4 commenti:

Lario3 ha detto...

Caspita... bellissimo racconto. Io non ce l'avrei mai fatta... ho la prestanza fisica di una roccia del Vulture.

CIAO!!!

Melinda ha detto...

Ahahah...eccomi qui dalle tue parti :D
Mi hai ricordato un episodio comico della mia vita. Mi sa tanto che ci scrivo un post :D
Grazie per l'ispirazione :D

Melinda ha detto...

Detto, fatto.
Ti ho anche menzionato nel prologo :D
Il blocco...dell'ascensore

Ade ha detto...

Mi fai un sacco ridere! Bello averti trovato! Anche se in realtà sei tu ad aver trovato me.. :D